Maltempo, al via Prima Porta task force
I ragazzi di Roma Nord dalle prime ore di questa mattina hanno aiutato i residenti di Prima Porta
Ore dieci di stamattina, un gruppo di sei ragazzi di Roma Nord entra a Prima Porta: impermeabili, guanti da lavoro, calosce fino al ginocchio e pale alla mano. L’obiettivo è quello di aiutare i residenti a rientrare nelle loro abitazioni, perché – a distanza di tre giorni dall’ondata di maltempo – ancora molte sono le famiglie senza un tetto sulla testa.
“Abbiamo lavorato per cinque ore, spalato fango e disostruito gli accessi delle abitazioni, spostato mobili fradici per liberare appartamenti completamente devastati” – racconta Luca Della Giovampaola, presente sul posto insieme ai ragazzi di Roma Nord. Scene, quelle che descrive il nostro interlocutore, apparentemente uscite da un racconto apocalittico e non dalla realtà romana.
Dopo una mattinata di lavori estenuanti, portati avanti insieme ai residenti che hanno salutato la task force di Roma Nord con riconoscenza, domani si prosegue, questo a testimonianza di quanta ancora sia la mole di opere urgenti necessaria a ripristinare una situazione sostenibile. Eppure l’impressione avuta da giornali e carta stampata è che l’emergenza sia rientrata.
Luca spiega che “il racconto dei media su quello che c’è a Prima Porta è di comodo, dopo il sopralluogo di Marino in via della Giustiniana e via Frassineto (in occasione del quale il primo cittadino rilasciò dichiarazioni che non piacquero ai residenti – ndr) queste ultime sono state ripristinate, peccato però che qualcuno si sia scordato di dire – prosegue Luca – che basta svoltare l’angolo per ritrovarsi di fronte ad intere zone ancora tutte da bonificare. Come quelle a ridosso di via di Santa Cornelia“.
“Io stesso – prosegue Luca – ho avuto contezza della reale situazione dei miei concittadini grazie alla telefonata di un amico, residente all’ex Macelletto, altrimenti, se mi fossi affidato a quanto ci raccontano i media, sarei rimasto all’oscuro di tutto e con i ragazzi non avrei potuto prestare aiuto alla popolazione”.
Ma chi, in queste ore, oltre ai diretti interessati, sta tendendo una mano agli alluvionati di Prima Porta? Le istituzioni, da quanto emerso dai racconti dei cittadini sono assenti: “Erano assenti prima che accadesse tutto ciò e sono rimaste tali anche ora – ci dicono amaramente i residenti – Il primo giorno di pioggia, quando vedevamo la situazione delle nostre abitazioni farsi critica, abbiamo chiamato i soccorsi, che si sono presentati soltanto alle ore 16.00”.
Altre ‘istituzioni’ si sono surrogate prontamente alla cura del territorio, come nel caso di Don Dario, che ha fatto della sua Parrocchia a Giustiniana una vera e propria unità di crisi. “Nella Parrocchia di Don Dario hanno trovato ricovero ed ascolto molti residenti – spiega Luca – Da lì partono aiuti, squadre di lavoro e si svolge una raccolta di beni di prima necessità”.
Viene da sorridere, considerato l’apporto caritatevole dimostrato da questa struttura – diventata oggi più che mai ‘casa di tutti’ – che alcuni parlino di IMU per questi edifici e non per quelli pubblici. Quelli in cui abitano le istituzioni assenti, le stesse che nei giorni scorsi si sono presentate a fare sopralluoghi nel raggio di due strade, trascurando tutto il resto.
Oltre le polemiche, vogliamo – in chiusura di questa cronaca – lasciare l’impressione positiva di un alto sentimento collettivo che, alle volte, solo le catastrofi naturali sembrano poter risvegliare. “Ho visto molta dignità da parte delle persone – racconta Luca – L’atteggiamento è grintoso e combattivo, non ci si piange addosso ma ci si rimbocca le maniche. Tutti insieme ci siamo rimboccati le maniche e, nella tragedia, questa è stata una grande prova di carattere e di solidarietà”.
A tal proposito, i ragazzi di Roma Nord invitano tutti i romani di buona volontà a partecipare agli interventi previsti per domani, per dimostrare di “non esser fatti della stessa pasta di Marino e Torquati”.