Mancano bagnini sulle nostre spiagge: turni prolungati e stipendi dimezzati
Sul litorale pontino, tra Terracina e Sperlonga, il segretario generale della Uiltucs Latina, Cartisano, denuncia pratiche contrattuali irregolari
L’estate italiana porta con sé non solo turisti e vacanzieri, ma anche un crescente bisogno di sicurezza sulle spiagge, garantita dagli assistenti bagnanti. Tuttavia, quest’anno almeno il 10% delle posizioni risulta scoperto, una carenza che affligge stabilimenti balneari da Jesolo a Tropea, da Rimini a Porto Cesareo, passando per Maccarese e Fregene. Questa mancanza di personale è il sintomo di un problema più profondo che riguarda le condizioni di lavoro dei bagnini, come denuncia un’inchiesta dell’Adnkronos.
Sindacati e gestori a confronto
Secondo i sindacati, molti bagnini abbandonano la professione a causa delle condizioni lavorative insostenibili: stipendi dimezzati, turni prolungati e contratti irregolari. Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari, ha dichiarato che i giovani di oggi non sono disposti ad accettare le paghe basse che caratterizzavano i lavori estivi di un tempo. A confermare questa difficoltà, le testimonianze raccolte da Adnkronos rivelano un panorama desolante di sfruttamento e mancanza di rispetto per i diritti dei lavoratori.
Irregolarità contrattuali e denunce
Sul litorale pontino, tra Terracina e Sperlonga, il segretario generale della Uiltucs Latina, Gianfranco Cartisano, denuncia pratiche contrattuali irregolari. “Paghe al ribasso, mancata contribuzione e dignità calpestata” sono le lamentele principali. La situazione è simile anche in Abruzzo, dove Davide Frigelli della Fisascat Cisl Abruzzo-Molise evidenzia come un’agenzia che fornisce bagnini agli stabilimenti balneari paghi salari molto inferiori a quanto previsto dal contratto nazionale.
La voce dei lavoratori
Le storie di Andrea e Giuseppe, due bagnini rispettivamente del Lazio e dell’Abruzzo, illustrano la dura realtà di chi svolge questo lavoro. Andrea, 60 anni, lavora da oltre vent’anni come bagnino e denuncia condizioni lavorative immutate e sempre peggiori. Giuseppe, un giovane studente universitario, racconta di turni massacranti e paghe che non riflettono il lavoro svolto, evidenziando un sistema che sfrutta i giovani lavoratori.
Le risposte degli imprenditori
Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba Confesercenti, offre una visione più ottimistica, affermando che le irregolarità sono limitate a casi isolati e che in molte regioni, come la Romagna, il contratto nazionale viene rispettato. Tuttavia, riconosce la difficoltà nel trovare personale qualificato e disponibile a lavorare sotto le attuali condizioni.
La carenza di bagnini sulle spiagge italiane non è solo una questione di numeri, ma di condizioni lavorative spesso inaccettabili. Le denunce dei sindacati e le testimonianze dei lavoratori mettono in luce un sistema che necessita di riforme urgenti per garantire dignità e giusti compensi a chi svolge un ruolo fondamentale per la sicurezza dei bagnanti.