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Mancano bagnini sulle nostre spiagge: turni prolungati e stipendi dimezzati

Sul litorale pontino, tra Terracina e Sperlonga, il segretario generale della Uiltucs Latina, Cartisano, denuncia pratiche contrattuali irregolari

Bagnino, postazione di vedetta

Foto di Pixabay: https://www.pexels.com/it-it/foto/corpo-d-acqua-277407/

L’estate italiana porta con sé non solo turisti e vacanzieri, ma anche un crescente bisogno di sicurezza sulle spiagge, garantita dagli assistenti bagnanti. Tuttavia, quest’anno almeno il 10% delle posizioni risulta scoperto, una carenza che affligge stabilimenti balneari da Jesolo a Tropea, da Rimini a Porto Cesareo, passando per Maccarese e Fregene. Questa mancanza di personale è il sintomo di un problema più profondo che riguarda le condizioni di lavoro dei bagnini, come denuncia un’inchiesta dell’Adnkronos.

Sindacati e gestori a confronto

Secondo i sindacati, molti bagnini abbandonano la professione a causa delle condizioni lavorative insostenibili: stipendi dimezzati, turni prolungati e contratti irregolari. Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari, ha dichiarato che i giovani di oggi non sono disposti ad accettare le paghe basse che caratterizzavano i lavori estivi di un tempo. A confermare questa difficoltà, le testimonianze raccolte da Adnkronos rivelano un panorama desolante di sfruttamento e mancanza di rispetto per i diritti dei lavoratori.

Irregolarità contrattuali e denunce

Sul litorale pontino, tra Terracina e Sperlonga, il segretario generale della Uiltucs Latina, Gianfranco Cartisano, denuncia pratiche contrattuali irregolari. “Paghe al ribasso, mancata contribuzione e dignità calpestata” sono le lamentele principali. La situazione è simile anche in Abruzzo, dove Davide Frigelli della Fisascat Cisl Abruzzo-Molise evidenzia come un’agenzia che fornisce bagnini agli stabilimenti balneari paghi salari molto inferiori a quanto previsto dal contratto nazionale.

La voce dei lavoratori

Le storie di Andrea e Giuseppe, due bagnini rispettivamente del Lazio e dell’Abruzzo, illustrano la dura realtà di chi svolge questo lavoro. Andrea, 60 anni, lavora da oltre vent’anni come bagnino e denuncia condizioni lavorative immutate e sempre peggiori. Giuseppe, un giovane studente universitario, racconta di turni massacranti e paghe che non riflettono il lavoro svolto, evidenziando un sistema che sfrutta i giovani lavoratori.

Le risposte degli imprenditori

Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba Confesercenti, offre una visione più ottimistica, affermando che le irregolarità sono limitate a casi isolati e che in molte regioni, come la Romagna, il contratto nazionale viene rispettato. Tuttavia, riconosce la difficoltà nel trovare personale qualificato e disponibile a lavorare sotto le attuali condizioni.

La carenza di bagnini sulle spiagge italiane non è solo una questione di numeri, ma di condizioni lavorative spesso inaccettabili. Le denunce dei sindacati e le testimonianze dei lavoratori mettono in luce un sistema che necessita di riforme urgenti per garantire dignità e giusti compensi a chi svolge un ruolo fondamentale per la sicurezza dei bagnanti.