Manifestazione tassisti in corso sotto la sede Regione Lazio a Roma FOTO
Lunedì 18 maggio si è èsvolta una manifestazione tassisti sotto la sede della Regione Lazio, una categoria che si dichiara dimenticata
Nella mattinata di oggi, lunedì 18, primo giorno della fine del lockdown, è in corso una manifestazione della categoria dei tassisti di Roma Capitale. Si sono radunati, a distanza e con mascherine, sotto la sede della Regione Lazio per far sentire le loro ragioni. Abbiamo raccolto le parole di uno di loro:
“Il nostro lavoro, essendo un servizio pubblico di trasporto, consiste nello stare per strada ma non abbiamo ricevuto alcuna tutela o rassicurazione. Nessun mascherina, guanti o dispositivi di sanificazione. Il nostro servizio in questi mesi di Fase 1, è stato ridotto in maniera notevole, anzi impressionante. Lavoriamo infatti un solo giorno su tre. Presta servizio solo il 33% dell’intera potenzialità della categoria TPL con un calo del lavoro del 96%.
In tutto questo scenario di rischio e di calo del guadagno, non siamo mai stati menzionati o in alcun modo presi in considerazione né dal Governo e dalle istituzioni. Noi dobbiamo anche fare fronte alle spese relative al carburante, installazione del plexiglass protettivo tra noi e cliente, consumo della vettura, assicurazione, manutenzione automobile e questo non è stato in alcun modo valutato. Siamo stati accantonati e dimenticati”.
Manifestazione tassisti contro la multinazionale Uber
“Nella fase 1 siamo stati sempre presenti per il servizio di trasporto pubblico ma non abbiamo ricevuto alcun ringraziamento o riconoscimento né in termini economici né altro. Ad esempio non è stata spesa una parola sul servizio gratuito che abbiamo offerto per trasportare i medici negli ospedali o a casa a fine turno. Oppure per le persone anziane o fragili che abbiamo trasportato anche a nostro rischio. Dopo una settimana il servizio gratuito dedicato ai medici è stato concesso ad Uber per un costo di 70 euro al giorno. Da noi, tassisti italiani che lo offrivano gratuitamente, è passato ad una multinazionale che ha incassato 70 euro al giorno.
Il nostro servizio pubblico storico nella città di Roma è stato offeso e ignorato e ora siamo stanchi. Stiamo protestando per dirlo”.