Manifesti a Teramo: Bergoglio non è il papa
E dopo Sulmona, anche Teramo. L’ Abruzzo si dimostra una regione particolarmente attiva nella denuncia dell’antipapato in corso
E dopo Sulmona, anche Teramo. L’Abruzzo, terra del Volto Santo di Manoppello, del Miracolo eucaristico di Lanciano e di tante altre realtà di fede importantissime, si dimostra una regione particolarmente attiva nella denuncia dell’antipapato in corso.
Manifesti finanziati da privati cittadini
I manifesti, finanziati da privati cittadini, sono comparsi ieri per le strade della città abruzzese, regolarmente autorizzati dal Comune, e riportano a caratteri di scatola: “BERGOGLIO NON E’ IL PAPA. Ai sensi degli art.. 76 e 77 della costituzione Universi Dominici Gregis. Il conclave del 2013 era invalido perché il papa non era abdicatario, quindi la sede di Pietro è stata USURPATA”.
Tale banale realtà giuridica può essere constatata da chiunque sul sito vaticano, consultando la Declaratio (in latino) e la Universi Dominici Gregis. Benedetto XVI, per abdicare validamente, doveva rinunciare al munus petrino, e ha dichiarato di rinunciare al solo ministerium. Tale caso si può verificare solo per sede impedita, quando il papa è prigioniero, confinato, esiliato.
Un mirabile congegno antiusurpazione che abbiamo ricostruito in 4 anni di inchiesta e riassunto in tre brevi documentari che troverete qui.
Se per Sulmona alcuni giornali locali si erano scandalizzati, senza osare contestare nel merito la questione, questa volta nessuna testata ha fiatato.
La parola d’ordine è “oscurare la Magna Quaestio” e tale imperativo vede stranamente uniti sia i bergogliani che i tradizionalisti-conservatori, i cosiddetti “una cum”, che detestano Bergoglio, lo considerano eretico, ma evitano in modo chirurgico di supportare l’ovvia questione della sua illegittimità.
Cercano di coprire la sede impedita ma senza argomentazioni
Quando non lo fanno, cercano di contestarla con pretestuose e scorrette argomentazioni, salvo poi evitare accuratamente replicare alle legittime contestazioni, come nel caso del prof. Massimo Viglione al quale abbiamo chiesto: “Ma se, come dice Lei, papa Benedetto ha creato il doppio papato modernista, come mai ha sempre ripetuto che il papa era uno solo?”. Ovviamente, nessuna risposta pervenuta.
Per coprire la sede impedita, gli una cum non esitano a screditare lo Spirito Santo che secondo loro avrebbe permesso il papa volontariamente e pervicacemente eretico, cosa che non si è mai realizzata nei 2000 anni di storia della Chiesa, in quanto anti-teologica, tanto che non è mai stata scritta una giurisprudenza per deporre il papa eretico.
Si è così creato un blocco unico, con commentatori, vaticanisti e blogger che in generale si sono dimostrati fino ad oggi vicini a un arcivescovo che dobbiamo ritenere ormai scismatico. Carlo Maria Viganò, infatti, non ha smentito la notizia pubblicata da testate nazionali circa una sua riconsacrazione da parte del vescovo scismatico Williamson. Tali commentatori fanno parte di una intellighenzia presuntamente cattolica che ha voltato le spalle al vero papa e oggi si è piegata alla ragion di stato.
I fedeli non si piegano a tale gioco
Ma deve fare i conti con un popolo realmente credente che sta cominciando a ruggire. E l’Abruzzo lo dimostra.
L’obiettivo che accomuna bergogliani e tradizionalisti è palesemente quello di mettere la polvere sotto al tappeto, fare finta che non sia successo niente secondo un vecchio uso clericale che in passato ha causato danni enormi alla Chiesa, si pensi alla vecchia prassi di trasferire di diocesi in diocesi i preti che si macchiavano di abuso. Tentarono di “sopire troncare, troncare sopire”, come diceva il Manzoni, e la bomba scoppiò loro in faccia.
Di tale nuova marchiana operazione di copertura, ne è una prova il recente comportamento del canale Usa Lifesite News, vicino a Mons. Viganò, il quale, dopo aver registrato un’intervista con un illustre accademico americano, proprio sulla sede impedita e Codice Ratzinger”, ha cancellato la registrazione senza dare spiegazioni.
Poco importa: è stata da poco presentata una formale denuncia presso la Segreteria di Stato, la Gendarmeria Vaticana e la Guardia Svizzera circa una patente manipolazione avvenuta sulla Declaratio di papa Benedetto, fornita dal Santo Padre solo in versione latina, come abbiamo illustrato.
Quando si metterà in moto la macchina della giustizia vaticana, in molti si troveranno nei pasticci. E tanti altri perderanno definitivamente qualsiasi reputazione professionale.