Manovra 2025, la casa come i carburanti: ed è Giorgia vs. Giorgetti
La revisione delle rendite catastali per chi ha usufruito del Superbonus assomiglia al riallineamento delle accise: tecnicamente non aumenta le tasse, ma questo basterà agli elettori del Governo Meloni?
Nel dibattito sulla Manovra 2025, dopo quella sui carburanti è scoppiata ora la querelle sulla casa che, ancora una volta, origina dal Piano Strutturale di Bilancio. Il quale certifica il doppio intervento, sempre però nella direzione opposta a quella che ci si aspetterebbe da un esecutivo di centrodestra. Tant’è che, almeno in apparenza, è (Giancarlo) Giorgetti vs. Giorgia (Meloni).
Il Superbonus nel mirino nella Manovra 2025
Il nuovo fronte lo ha aperto proprio il Ministro dell’Economia, ricordando, come riporta Sky TG24, che «chi fa ristrutturazioni edilizie è tenuto ad aggiornare i dati catastali. Andremo a verificare e, se non li hanno aggiornati, vuol dire che ci saranno benefici a favore dei Comuni», verosimilmente a livello di Imu sulle seconde abitazioni.
Nel mirino del Tesoro, aggiunge l’Huffington Post, c’è soprattutto chi ha usufruito del Superbonus 110% (e di altre agevolazioni collegate, come il bonus facciate). La misura introdotta dal secondo Governo di Giuseppe Conte per rilanciare le costruzioni in periodo di Covid-19. E i cui oneri per l’erario, originariamente quantificati in 35 miliardi, come rileva l’ANSA sono rapidamente lievitati fino a 123 miliardi di euro.
La diatriba nasce dal fatto che, come spiega il Corsera, gli immobili residenziali sono suddivisi in 10 categorie, ognuna delle quali include una o più classi. L’ammodernamento e l’efficientamento energetico di un alloggio comportano un passaggio di livello, con effetti che Il Sole 24 Ore ha stimato per città come Roma o Milano. Calcolando che il salto di una o due classi provocherebbe un incremento valoriale, rispettivamente, del 16-18% e del 36-38%.
Di qui i conseguenti rincari tributari, da alcuni visti – e non a torto – come una rivalsa istituzionale su chi ha beneficiato di incentivi pubblici. E pazienza se, come riferisce Il Fatto Quotidiano, l’ex vicesegretario leghista ha precisato che l’adeguamento era già previsto dalla Finanziaria dell’anno scorso. Questo, semmai, costituisce un’aggravante, togliendo qualsiasi dubbio sulla premeditazione del “tradimento” del patto fiduciario con gli Italiani che hanno esercitato un diritto concesso dallo Stato.
Come per le accise
In questo senso, l’annunciata revisione delle rendite è concettualmente molto simile alla proposta di riallineamento delle accise. Che, come puntualizza TGCom24, dovrebbero essere alzate per il gasolio e ridotte per la benzina. Per quanto, come RomaIT ha già argomentato, l’eternizzazione dei balzelli di scopo, che dovrebbero decadere una volta esauritosi lo scopo stesso, sia e resti immorale.
Tecnicamente, però, ha ragione l’attuale inquilino di Palazzo Chigi quando, scrive Libero, ha negato l’indiscrezione secondo cui «il Governo vorrebbe aumentare le tasse sui cittadini». Che poi è anche una risposta indiretta al titolare di via XX Settembre che anticipava come la Manovra 2025 «richiederà sacrifici da tutti».
Solo che, come ha rimarcato il direttore editoriale di Libero Daniele Capezzone, questa maggioranza è stata votata per abbassare le imposte. E che i suoi elettori si accontentino di vederle inalterate non è affatto (è il caso di dirlo) scontato.