Manovra, Conte nella morsa di Renzi e Di Maio che dice “Voglio vederci chiaro”
Il grillino attacca su evasione e partite Iva, il Rottamatore su Quota 100: e Salvini ironizza sul “tocco” di Giggino
L’atomica è partita in piena notte da Washington. Detta così sembra un atto di guerra (e in un certo senso lo è), ma non c’entrano niente la Turchia o la Siria, e neppure gli Stati Uniti. A lanciare la bomba, per fortuna solo dialettica, è stato infatti il capo politico pentastellato Luigi Di Maio, annunciando per lunedì un nuovo Consiglio dei Ministri per approvare la Manovra. «Su molti temi» ha fatto sapere, «voglio vederci chiaro».
In realtà, i cahiers de doléances si riducono a due grandi questioni: la prima è la stretta sulla flat tax per le Partite Iva, che due viceministri grillini, Stefano Buffagni (Mise) e Laura Castelli (Mef), hanno liquidato rispettivamente come «una follia» e come una proposta del Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri che «non è scolpita nella pietra».
Poi c’è il problema delle misure contro l’evasione fiscale. Da un lato, Giggino ha lamentato tentennamenti da parte degli alleati «su temi per noi irrinunciabili» come il carcere e la confisca dei beni per i (presunti) grandi evasori; dall’altro ha criticato l’abbassamento del tetto al contante (da 3.000 a 2.000 euro) e le sanzioni per chi non accetta l’uso del Pos (il pagamento elettronico), considerandoli provvedimenti che vanno a penalizzare i commercianti e non i grandi evasori.
A stretto giro di posta è però arrivata la replica del bi-Premier Giuseppe Conte, che non ha lasciato spazio a interpretazioni. «La Manovra è stata approvata salvo intese, ci sono aspetti su cui possiamo ragionare, ma nel Cdm previsto lunedì stiamo lavorando a un decreto legge sul terremoto».
L’Avvocato del popolo, che indiscrezioni vogliono molto irritato con alcuni dei suoi azionisti di maggioranza, ha ribadito la sua richiesta di lealtà e collaborazione rivolta alle forze di Governo. E il plurale non è un caso, perché non c’è soltanto il fronte M5S a impensierire il Presidente del Consiglio: tanto che, dalla Lega, è stato il leader Matteo Salvini a evocare sapientemente entrambe le spine nel fianco dell’esecutivo rosso-giallo: «Di Maio dice “stai sereno” con tocco renziano» ha ironizzato.
In effetti, il Rottamatore è tornato di nuovo alla ribalta alla presentazione della decima edizione della Leopolda (il suo annuale convegno fiorentino): in cui ha sfidato apertamente i Cinque Stelle ribadendo la sua proposta di abolire Quota 100 e destinare i soldi risparmiati «ai giovani, alle coppie, alle famiglie, agli stipendi e ai servizi».
Ma i distinguo dell’ex Premier non si sono esauriti qui: l’invettiva ha riguardato anche il tavolo sulle frodi fiscali, che doveva servire a concordare le norme da inserire nel Dl Fisco. Al termine dell’incontro Palazzo Chigi ha annunciato un’intesa di massima, e Italia Viva l’ha subito smentita.
E poi c’è stata la polemica sulle tasse. Con il Cancelliere dello Scacchiere Gualtieri che ha annunciato un’imposta sulle bibite zuccherate – facendo esultare il Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, che però vorrebbe un balzello anche sulle merendine: e Matteo Renzi che, per interposto Luigi Marattin, ha subito avvisato che presenterà un emendamento per cancellarla.
Forse non il modo migliore per smontare le accuse di prepotenza che il BisConte aveva lanciato appena una decina di giorni or sono. Di certo però è la maniera ottimale per garantire una certa “continuità” tra i suoi due Governi, perennemente stretti in una tenaglia le cui pinze hanno gli stessi due nomi: Luigi e Matteo. Che avesse ragione il grande storico greco Tucidide quando affermò che «la Storia si ripete»?
Foto dal sito del Governo.