Marò, la rabbia degli italiani contro un governo di “ignavi”
Gianluca Iannone (CPI): “Uno Stato che non sa essere tale”
Non tardano ad arrivare, anche da parte del numero uno di CasaPound Italia, Gianluca Iannone, gli auguri di pronta guarigione a Massimiliano Latorre, “prigioniero per colpa di uno Stato che non sa essere tale”. Massimiliano Latorre, trattenuto in India insieme al collega Salvatore Girone dal febbraio 2012, come ha reso noto il ministero della Difesa, “ha accusato un malore che ne ha reso necessario il ricovero nel dipartimento di neurologia di un ospedale di Nuova Delhi, ove tutt’ora è trattenuto in osservazione”.
La notizia del malore, che ha raggiunto il governo domenica sera, ha innescato reazioni immediate. La figlia del fuciliere, Giulia, scrive di getto alcune righe, amare, su Facebook: “Che bella notizia, mio padre ha l’ischemia, purtroppo le belle notizie non ci sono mai, solo notizie del ****”.
Il marò, annunciano i sanitari, “appare stanco ma continua a reagire bene agli stimoli e alle cure impartite”. Eppure le sue condizioni destano preoccupazione e rabbia. Rabbia perché, come afferma Iannone in chiusura della nota, quello che è successo “ci ha fatto ancora una volta vergognare per l'ignavia con la quale questo governo 'rottamatore', esattamente come i precedenti, ha gestito la vicenda”. Il governo, dal canto suo, continua a sostenere che la ‘questione marò’ resta una priorità. In agenda, lo ripetiamo, dal febbraio 2012. Inoltre, in occasione di una telefonata, ad agosto, il premier Renzi e il primo ministro indiano Narenda Modi hanno parlato di “rilancio dei rapporti bilaterali tra le due democrazie, sia per quanto riguarda gli scambi, sia per la cooperazione internazionale, e nel quadro Ue”. Perifrasi larghe, alcuni le definirebbero ‘chiacchiere’, e nessun riferimento esplicito ai nostri fucilieri. Un premier che non sbatte i pugni sul tavolo, “uno stato che non sa essere tale”.
In calce al comunicato di CasaPound Italia, sono tanti i commenti. Commenti “indignati”. Qualcuno cita persino Dante: “Inferno. Canto III. Ignavi: chi si adegua alla legge del più forte per incapacità ad avere idee proprie. Noi sono tre anni che vediamo una farsa indegna di governicchi di ignavi timorosi che appena si appalesi la necessità di tirar fuori i maroni per far scappare a gambe levate il nemico fanno dietro front e se la danno a gambe levate oppure cominciano a farfugliare…”. “Abbandonati al nemico… una vergogna che non si cancella. Che politicanti inetti e succubi” – scrive un altro. Centinaia di commenti, arrabbiati, tra cui trova spazio, oltre alla vergogna, l’orgoglio: “Due fucilieri, due padri, due mariti, due EROI” – si legge in un commento.