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Maradona, spenta una luce al San Paolo di Napoli, ora è accesa in cielo

Maradona, il danzatore che ha fatto battere il cuore a milioni di tifosi del Napoli e brillare gli occhi ai ragazzini che lo adoravano

Diego Maradona, Napoli

Diego Maradona, Napoli

Si spegne una luce al San Paolo, se ne accende una in cielo. Dopo aver perso un’icona gigante del basket come Kobe Briant, questo 2020 ha deciso di portarsi via El Pibe de Oro, Diego Armando Maradona, uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, se non il migliore in assoluto. Quel danzatore in maglia azzurra che ha fatto battere il cuore a milioni di tifosi, che ha fatto brillare gli occhi a tutti i ragazzini che lo guardavano e ha fatto piangere di gioia gli adulti portando trofei al suo Napoli e alla sua Argentina.

Duro fuori e fragile dentro, Diego Armando Maradona

Ma Maradona è sempre stato un po’ come una noce, duro fuori ma terribilmente fragile dentro. Non a caso, una volta appese le scarpe al chiodo, il nostro numero 10 è definitivamente crollato in una voragine dalla quale non è più riuscito a risalire. Un chiodo che è riuscito a sorreggere l’intera sua carriera calcistica, ma che assolutamente non può sopportare il peso di tutto ciò che gli è girato intorno. Noi comuni mortali l’abbiamo posizionato nell’Olimpo, dove solo pochi eletti possono avere accesso, ma più si sta in alto e più è devastante la caduta. Dietro ogni suo goal, dietro ogni suo passaggio filtrante, dietro ogni avversario dribblato, dietro ogni sua esuberante esultanza, si nascondeva un grido di aiuto che solo in pochi hanno colto.

Diego Armando Maradona ha lottato duramente nella sua vita contro un nemico fatto di polvere bianca in bustine di cellofan, dal quale diventa poi difficile allontanarsi una volta che ci si è stretto un “patto”. Mano nella mano insieme ad un infermiera, ha camminato gli ultimi tratti della sua carriera verso un laboratorio dell’antidoping, grazie al quale ha portato alla luce tutto ciò che c’era dietro al genio del calcio, e che al contempo lo ha spinto giù dall’Olimpo. Da lì in poi sarà costretto ad un rapporto con il calcio direttamente legato all’abuso di cocaina. L’addio con il Napoli avverrà senza tifosi con le sciarpe al collo né giri di campo, ma solo con cronisti da evitare e per fuggire all’estero.

Più di un re el pibe de oro

Per la sua Argentina è stato considerato come più di un re, quando nel 1986 riuscì a far vincere i mondiali di calcio alla sua nazionale. Un rapporto anche questo che ha visto un giocatore di calcio investirsi di un ruolo superiore a quello di semplice calciatore, portando nel quadrato di gioco la rivendicazione di una nazione umiliata dopo la guerra delle Falkland. Ma purtroppo anche in questo caso quella maledetta polvere bianca ha offuscato ogni certezza e ogni risultato. Alla fine è lo stesso Diego Armando Maradona a darci la sintesi di se stesso: “pensa che giocatore sarei potuto essere se non avessi preso la cocaina”.

Resta il fatto che coloro che accedono all’Olimpo divengono comunque immortali, e pur fra mille cadute Maradona resterà il Mito. Con la collaborazione di Peter Lawson

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