Maratona di Roma, 20esima edizione in ricordo di Pietro Mennea
Start alle 8.50. Tra i partecipanti anche 100 persone provenienti da Barletta, città d’origine di Mennea
Al via la 20esima edizione della Maratona di Roma: i partecipanti, alle 8.50, sono partita dai Fori Imperiali, nonostante il tempo, oggi, a Roma, non prometta nulla di buono. A dare lo star, il sindaco Marino insieme al presidente della Regione Zingaretti, l’assessore comunale alle politiche dello Sport Luca Pancalli e il presidente della Maratona di Roma Enrico Castrucci.
Ieri, inoltre, in occasione del Villaggio dedicato al running al Palazzo dei Congressi all’Eur, il numero 1 dei pettorali è stato consegnato dagli organizzatori a Manuela Olivieri, vedova della ‘Freccia del Sud, Pietro Mennea, scomparso proprio il 21 marzo dello scorso anno.
Alla gara, prenderà parte anche un gruppo di 100 persone, provenienti da Barletta, città d’origine di Mennea. Tra di loro, 12 donne che indosseranno una maglietta, ciascuna con su scritta una lettera del nome e del cognome del campione italiano. Tutte e 12, arriveranno insieme al traguardo e, una vicina all’altra, omaggeranno la ‘Freccia del Sud’.
Manuela Olivieri è stata intervistata ieri da RadioRadio. “Pietro era un personaggio vero, non le ha mai mandate a dire – ha dichiarato – Gli sportivi veri, quindi, gli sanno riconoscere il giusto tributo. E questo non mi sorprende. Spero solo di essere alla sua altezza, perché il suo sogno era quello di realizzare grandi cose per lo sport”.
Manuela Olivieri ha anche confidato che Pietro Mennea si stava allenando per partecipare alla maratona di New York, “perché voleva sempre porsi degli obiettivi nuovi, e voleva riuscire a correre la maratona sotto le 4 ore”. E anche se la sua specialità erano le brevi distanze, “sulle agende degli allenamenti” – spiega la Olivieri – “ho notato che per riscaldarsi Pietro faceva 40-45 minuti di quella che viene chiamata la lunga”.
“Tutto ciò che era sport, per lui era entusiasmo” – continua la signora Mennea. Ma Pietro Mennea, non era solo sport. Una volta abbandonata la carriera agonistica, aveva intrapreso quella politica, e poi si era anche dedicato ad una fondazione, la Fondazione Pietro Mennea, che proprio la Olivieri cercherà “di recuperare”. “Quest’ultimo anno – spiega – è stato difficile, non sono riuscita a seguire tutte le cose lasciate in sospeso. Però uno dei suoi sogni era portare avanti queste iniziative,e per un po’ lo abbiamo anche fatto insieme. Per questo, farò in modo di recuperare i fondi per far proseguire le attività della Fondazione, come aiutare i bambini in difficoltà. E poi Pietro voleva realizzare una sorta di museo-biblioteca: aveva tanti libri, non sapevamo più dove metterli. Aveva dovuto comprare un appartamento solo per metterci i suoi libri”.
Ma cosa manca di più alla signora Mennea di uno dei più grandi sportivi che l’Italia abbia mai avuto? “Pietro era travolgente – si confida ancora ai microfoni di RadioRadio – Quando l’ho conosciuto pensavo fosse un sognatore, perché pensava 10mila cose e si impegnava per realizzarle tutte. Poi magari ne portava a termine 10 di quelle 10mila cose. Ma era sempre molto ambizioso. E credo che questa mentalità gli venga dallo sport. Per questo dico che lo sport è importantissimo per i ragazzi”.
E se avesse visto il suo nome associato al Golden Gala e alla Maratona di oggi, cosa avrebbe detto? “Pietro sarebbe stato contento – conclude Manuela Olivieri – Per lui non era tanto importante vincere nello sport, ma vincere nella vita: guardarsi indietro e vedere cosa si è fatto e come lo si è fatto. E lui, guardandosi indietro, sarebbe stato contento. Queste manifestazioni, secondo me, sono il riconoscimento tangibile di come è riuscito a comunicare i suoi valori”.