Marco Pomarici, da Alfano a Salvini per salvare Roma e l’Italia
Intervista a Marco Pomarici, consigliere di Roma Capitale che ha aderito alla Lega dei Popoli con Matteo Salvini
Da Angelino Alfano a Matteo Salvini, ecco come cambia il volto di una parte del centrodestra capitolino. Perché Salvini “è l’unica alternativa” per ottenere risultati concreti. E, perché no, rilanciare un centrodestra che da qualche anno vive la sua fase più critica. Ne è convinto Marco Pomarici, consigliere di Roma Capitale, eletto nelle fila del Nuovo Centro Destra ma recentemente passato alla Lega dei Popoli con Matteo Salvini. Con lui, altri 6 colleghi dei Municipi di Roma. Abbiamo incontrato Marco Pomarici in Aula Giulio Cesare, a margine della seduta dell’Assemblea Capitolina.
Consigliere Pomarici, la sua è una scelta contro Alfano o pro Salvini?
“La mia è assolutamente una scelta pro Salvini. Certo, anche Alfano ha le sue responsabilità in qualità di segretario del Nuovo Centro Destra e come ministro dell’Interno, ma la mia resta una scelta pro Salvini, perché vedo in quest’uomo di 41 anni un uomo che può incidere nel futuro della politica italiana. È stato consigliere comunale a Milano, sa come si parla sia alla base che ai cittadini, trovo il suo modo di parlare semplice e diretto, capace di entrare nei temi della quotidianità delle persone. Vedo in lui il leader del futuro centrodestra”.
Quando parla di responsabilità di Alfano, cosa intende?
“Il Nuovo Centro Destra doveva nascere dalla base, doveva saper parlare a quel sistema che aveva aderito per portare avanti i temi che parlino del futuro del Paese e delle singole città. Invece, si è pensato esclusivamente ai singoli Ministeri, a reggere queste sedie un po’ particolari. Sono sempre stato un uomo di destra, di centrodestra, e ho sempre sostenuto che non bisognasse appoggiare il Governo Renzi. Però si è pensato di fare le alleanze, e allora mi sono voluto tirare fuori, unitamente ai miei amici, i consiglieri municipali. Ma me l’ha chiesto anche la mia base, la mia gente, i miei elettori, tutti coloro i quali mi seguono da anni: mi hanno chiesto di andare via perché non si possono fare alleanze strutturali con il PD. A partire dalla provincia di Latina o dal Comune di Nettuno, dove due consiglieri del centrodestra appoggiano Chiavetta, per poi finire alle elezioni regionali in Calabria, dove PD e NCD sono alleati”.
Si definisce un uomo di destra, ma possiamo dire un uomo moderato. E allora come dialogherà con Salvini, che moderato non è, e con la base che lo appoggia, tra cui CasaPound?
“Io mi definisco un moderato di questi tempi, ho dovuto alzare l’asticella della mia pazienza perché le istituzioni non ascoltano le esigenze e le necessità reali di questo Paese e della nostra città. E allora bisogna cercare di risolvere quelli che sono i grandi e i pesanti problemi del Paese, a partire dalla sicurezza passando all’immigrazione, che noi purtroppo patiamo nel quotidiano, anche all’interno della città di Roma. E poi, bisogna arrivare ai grandi temi che ci coinvolgono tutti, come quello dell’euro: io appoggi la battaglia di Salvini rispetto al ‘no euro’ ”.
La Lega dei Popoli alle prossime amministrative romane correrà da sola o si ricostituiranno delle alleanze?
“Io, personalmente, sono per aggregare. Le aggregazioni, però, devono essere condivisioni di ideali e valori. Il mio motto è: ‘Le radici profonde non gelano mai’. E allora, se non ci si distanzia da questi ideali, potremo convergere in alleanze, da valutare di volta in volta, altrimenti saremo in grado di andare anche da soli”.
Gli esperimenti nella città di Roma e alla Regione Lazio non hanno portato bene al centrodestra, Alemanno e Polverini insegnano. Perché Salvini dovrebbe farcela?
“Perché è un uomo nuovo, l’alternativa che dovrà servire per arrivare ai risultati che la gente ci chiede. In sintesi, questa decisione l’abbiamo presa proprio perché la gente ce lo chiede, quelle persone che affrontano i problemi di ogni giorno, quelli che non ce la fanno più ad arrivare a fine mese, ma anche quelli che affrontano le problematiche quotidiane di questa città, dalla sicurezza, al trasporto pubblico locale, la manutenzione stradale, quella del verde: ditemi una cosa che funzioni in questa città. Per questo ho ritenuto opportuno cambiare pagina e puntare su un uomo che parla dritto al cuore e alla testa della gente”.
Un tweet ad Alfano.
“Caro Angelino ti consiglio di dimetterti immediatamente da ministro dell’Interno e di dare l’opportunità al nostro Paese di andare di nuovo a votare”.