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Maria Branyas Morera, è morta la decana dell’umanità: ma in Africa…

La spagnola si è spenta a 117 anni, ora la persona più longeva al mondo è la giapponese classe 1908 Tomiko Itooka: il primato non ufficiale, però, spetta al camerunese Hamidou Gouroudja, che sarebbe nato nel 1888

Maria Branyas Morera mentre festeggia il suo 117simo compleanno

Maria Branyas Morera (1907-2024) mentre festeggia il suo 117simo compleanno (© Archivio della famiglia Branyas Morera / Wikimedia Commons)

Lo scorso 19 agosto si è spenta la spagnola Maria Branyas Morera, la persona più longeva al mondo con i suoi 117 anni e 168 giorni. Il testimone è passato ora, secondo il Guinness World Records, alla giapponese Tomiko Itooka, classe 1908. Tuttavia, la situazione potrebbe essere più complicata di quanto sembri.

Maria Branyas Morera mentre festeggia il suo 117simo compleanno
Maria Branyas Morera (1907-2024) mentre festeggia il suo 117simo compleanno (© Archivio della famiglia Branyas Morera / Wikimedia Commons)

Si è spenta Maria Branyas Morera

«Maria Branyas ci ha lasciato. È morta come voleva: nel sonno, serenamente e senza dolore». Ne hanno dato notizia, come riferisce il Corsera, i suoi familiari sul suo account X – ex Twitter.

Era nata, come aggiunge Il Messaggero, il 4 marzo 1907 a San Francisco da una famiglia di origine iberica, ritrasferitasi poi in Catalogna in piena Grande Guerra. Dopo una vita consacrata alla crescita dei tre figli, dal 2000 viveva in una casa di riposo a Olot, nel nord-est della Spagna.

Maria Branyas Morera nel 1925, a 18 anni
Maria Branyas Morera (1907-2024) nel 1925, a 18 anni (screenshot da un video sul suo account X – ex Twitter)

Era ancora in buone condizioni di salute, tanto da continuare a suonare il pianoforte fino a 108 anni e leggere i giornali fino a 110 anni. Nel 2020, quando aveva già soffiato 113 candeline, aveva addirittura sconfitto il Covid-19.

Covid-19
Covid-19 (© NIAID-RML / Wikimedia Commons)

Il 17 gennaio 2023 era diventata la “decana dell’umanità”, titolo che ora è stato ereditato dalla 116enne nipponica Tomiko Itooka. In tal senso, però, una sorpresa clamorosa – ancorché non ufficiale – potrebbe riservarla il Camerun.

Tomiko Itooka, attuale “decana dell’umanità”
Tomiko Itooka (screenshot dal canale YouTube di LongeviQuest)

Il “luogo del delitto”, più precisamente, è Wak, un villaggio dipendente dal comune di Mbé, situato nel territorio nord-occidentale di Adamaoua (Adamawa in inglese). Qui, circa tre mesi fa, si è recata la CRTV, l’ente radiotelevisivo pubblico di Yaoundé, per realizzare un interessante reportage. Oggetto del servizio, successivamente ripreso e ampliato dalla piattaforma indipendente Le TGV de l’info, era un arzillo vecchietto di nome Hamidou Gouroudja.

Hamidou Gouroudja
Hamidou Gouroudja (screenshot dal canale YouTube della CRTV)

Il caso di Hamidou Gouroudja

Si tratta di un ex ingegnere edile convertitosi all’agricoltura, originario del capoluogo regionale Ngaoundéré, e tuttora perfettamente in grado di camminare e nutrirsi autonomamente malgrado l’età avanzatissima. Già, perché a quanto pare è venuto al mondo intorno al 1888, il che significa che oggi avrebbe l’incredibile età di 135-136 anni. E sarebbe la persona più longeva della storia, superando – e di parecchio – la francese Jeanne Calment, scomparsa nel 1997 a 122 anni e 164 giorni.

Il condizionale è d’obbligo perché, di fatto, non esiste una documentazione anagrafica completa relativa a Papa Hamidou, come viene affettuosamente chiamato. Cosa che, peraltro, sarebbe probabilmente spiegabile a partire dalle coordinate spazio-temporali dell’evento. Occorso, come puntualizza il giornalista Paul Chouta, appena quattro anni dopo la colonizzazione tedesca del Paese dell’Africa centrale.

Ecco quindi spiegato perché l’anziano rappresentante del Continente Nero non figura nell’elenco del Gerontology Research Group, fonte privilegiata delle informazioni riportate nel Guinness dei Primati. Comunque potrà certamente consolarsi coi suoi 32 nipoti, 22 bisnipoti e 7 trisnipoti (oltre a 12 mogli e 17 figli, di cui 5 ancora vivi). E d’altronde, quando si incarnano patrimoni storico-culturali anche molto diversi, ma ugualmente inestimabili, ben difficilmente ci sarà rivalità che tenga.