Marino rassicura, ma per salari e contratti non c’è certezza
USB torna in piazza. Tutti motivi della protesta
LO SCIOPERO INDETTO DA USB – "Congelano i salari, congeliamo il lavoro". Recita così il volantino che annunci alo sciopero in data odierna, 14 Maggio, indetto dalla USB, Unione Sindacale di Base. Ancora una volta, l'obiettivo è il Campidoglio, che le insegnati della scuola dell'infanzia e le educatrici degli asili nido, hanno raggiunto dopo un presidio nei pressi di piazza Venezia.
I motivi dello sciopero? Presto svelati, nonostante le rassicurazioni del sindaco Marino e della sua Giunta. "Non accettiamo il taglio delle nostre retribuzioni, ferme a 1200 euro al mese, compreso il salario accessorio" – si legge sul volantino. "Non tolleriamo che non venga pagato il salario accessorio collegato a funzioni definite contrattualmente e regolarmente eseguite; non ci fidiamo delle vuote parole della politica che – seppure ha tamponato il problema pe ril mese di Maggio, in vista delle elezioni europee – ripresenterà il conto a Giugno; avversiamo le politiche di austerità imposte dalla Troika e i sacrifici richiesti dai governi nazionali – Berlusconi, Monti, Letta e Renzi – che si accaniscono contro i pubblici servizi e i pubblici impiegati e contro la cittadinanza che di questi servizi si avvale".
Secondo l'USB, inoltre, "è vergognoso il blocco dei salari imposto da quasi 5 anni e che proseguirà per altri 5, nonché il blocco delle assunzioni e l'aumento dei carichi di lavoro particolarmente pesante per il settore della Polizia Locale e scolastico-educativo".
Nota dolente, il 'conflitto' con le sigle sindacali CGIL, CISL e UIL che, secondo l'USB – come ci ha riferito anche Giansanti – hanno invocato uno sciopero, quello del 19 Maggio, solo di facciata, che poi oggi è stato revocato. Il che, avrebbe solo provocato confusione tra i dipendenti capitolini.
IL SETTORE SCOLASTICO-EDUCATIVO – Il nodo cruciale è che "l'amministrazione Marino ha utilizzato strumentalmente la relazione del MEF, da lui stesso richiesta, per aggredire i già martoriati servizi educativi e scolastici", spingendoli "verso una ancora più devastante privatizzazione e precarizzazione del rapporto di lavoro".
In seguito alla relazione del MEF, dalla quale è conseguito il caso che Roma Capitale sta vivendo in questi giorni, e in seguito all'accordo raggiunto con il Governo ("salvo recupero" – si legge nella circolare che assicura il pagamento del salario accessorio per il mese di maggio), "la stessa amministrazione – prosegue il volantino – vuole riscrivere il contratto decentrato sconvolgendo orari di lavoro e di vita introducendo orario spezzato e turnazioni, eliminando indennità che costituiscono il margine tra sopravvivenza e povertà in parecchi casi, riorganizzando forzosamente i servizi e introducendo la mobilità obbligatoria".
Per il settore scolastico-educativo, inoltre, si pone un problema ulteriore: anche se la relazione del MEF solo in parte lambisce il settore, è già pronto un nuovo modello di contratto che pone in essere "una visione del lavoro, dell'impiego delle risorse finanziarie e del servizio stesso, che se applicato ci riporterebbe all'anno zero" – come si legge nel testo della petizione, firmata USB.
"E' palese che l'allungamento dell'orario intermedio (fino a 8 ore) ha lo scopo di eliminare il personale precario di III fascia (nido) e IV fascia (scuola dell'infanzia) impiegato nelle sostituzioni del personale assente". Elemento non di poco conto, dal momento che i volti della politica, negli anni, hanno sempre proferito "roboanti dichiarazioni sulla necessità di trovare risposte alla piaga della disoccupazione". E invece – si legge – "le risorse messe in campo dovranno servire alla promozione a Posizione Organizzativa di 166 funzionari educativi e all'istituzione delle educatrici/insegnanti referenti di settore. E' allucinante incrementare le dirigenze e mandare a casa le lavoratrici precarie".
Perché queste proposte non vanno bene? La pretesa di estendere fino a 8 ore l'orario di lavoro, inoltre, non terrebbe "in considerazione il nostro ruolo educativo, centrata sulla capacità di essere in ascolto". Infine, "l'introduzione della figura di educatrici/insegnanti 'referenti settoriali di struttura' istituisce un'organizzazione piramidale nel Gruppo Educativo e nel Collegio Docenti, minando la collegialità educativa ed il confronto alla pari, elementi essenziali per costituire il progetto formativo. La collocazione delle educatrici e delle insegnanti in ruoli verticalmente determinati, stravolge il senso stesso di condivisione", nonché della stessa funzione educativa, in quanto il rapporto con i bambini si vive, e non può (e non deve) essere imposto dall'alto.
Pertanto, le maestre e l'USB non intendono portare avanti nessuna trattativa su questo contratto, in quanto "questa riorganizzazione, così pensata, ci racconta anche di quanto poco valore questa amministrazione conferisce ai servizi educativi e scolastici e di come voglia sempre meno assumerli come un bene comune da salvaguardare e arricchire".
LA COMMISSIONE PERSONALE – Nella giornata di oggi, in Campidoglio, è stato anche istituito il tavolo della Commissione Personale, in piena piazza, davanti a chi protestava. Secondo quanto riferisce il consigliere comunale M5S Daniele Frongia, presente al tavolo, il salario accessorio non è accessorio affatto, "dato che gli stipendi medi, bassissimi, sono fermi dal 2008. E per di più il governo a guida PD, li ha ulteriormente bloccati, seguendo chi li ha preceduti, fino al 2020".
Inoltre, "la circolare di ieri dei tre ministri ha temporaneamente messo una pezza" sulla questione, che però, con ogni probabilità si riproporrà, essendo un problema ormai annoso e radicato nel tempo. "La questione era già nota dal 2008 e non si è fatto nulla". E i sindacati? Idem. "In questi 6 anni avrebbero dovuto costruire una nuova concreta alternativa attraverso la revisione del contratto decentrato degli enti locali, anche in sinergia con le categorie nazionali. La loro logica 'attendista' è concausa dell'attuale situazione" – commenta Frongia. Non solo. Di tutta risposta, CGIL CISL e UIL hanno anche revocato lo sciopero del 19, a seguito delle apparenti 'rassicurazioni' della Giunta capitolina.
Infine, "Nieri e Marino hanno portato avanti il nulla dei predecessori con una aggravante – continua Frongia – ovvero, il metodo. Continue comunicazioni che hanno seminato il terrore in 24mila famiglie romane, con continue rincorse, smentite e scarica-barile".
Però una cosa Marino l'ha fatta: "Ha riconfermato il Direttore preposto alla trattativa sul salario accessorio".
L'unica soluzione, invece, sarebbe quella di "rendere immediatamente fattiva – conclude Frongia – la partecipazione al costituendo comitato temporaneo con governo ed enti locali per fornire nuove indicazioni all'Aran".
*Seguono videointerviste