Marino: “Roma soffocata dalla mancanza di democrazia”
Marino si confessa in un’intervista: “Non sarebbe giusto né onesto attribuire responsabilità, che sono politiche, al prefetto Tronca”
Roma muore soffocata. E non dallo smog, ma dalla “mancanza di politica e di democrazia”. Ne è convinto l’ex sindaco Ignazio Marino, che così parla in un’intervista di Andrea Carugati per l’Huffington Post.
“Renzi sta governando (Roma, ndr) da Palazzo Chigi; aveva promesso soldi e l’arrivo dei super eroi, e invece la città sta peggio che con Alemanno: dalla neve da spalare siamo passati al guano degli uccelli che infesta i lungoteveri”. Queste le parole dell’ex sindaco, in un attacco diretto al premier Matteo Renzi. “Palazzo Chigi”, ribadisce infatti, “ha deciso di rimuovere la politica da Roma, e così adesso tornano avanti le lobby, i potentati e il sottogoverno”.
Su questi due mesi, i due mesi del post-Marino, il giudizio dell’ex sindaco è chiaro: “Noto intanto il comportamento di certa stampa evidentemente orientata. Se ci fossi ancora io non oso immaginare cosa direbbe il Tg1. Ma ora Roma è governata direttamente da Palazzo Chigi e dunque anche i media si adeguano. Renzi aveva annunciato l’arrivo dei super eroi e di un sacco di soldi statali, la città pulita, i problemi risolti. E invece per la prima volta ci troviamo, io vivo a Roma dal 1969, con la chiusura dei lungoteveri per il guano degli uccelli. Peggio della neve di Alemanno! Siamo all’impraticabilità da guano di Matteo Renzi, che è assai più maleodorante della neve di Alemanno”.
“Non sarebbe giusto né onesto”, ammette tuttavia, “attribuire responsabilità, che sono politiche, al prefetto Tronca (…) I prefetti rispondono al ministro dell’Interno e non possono avere il compito di decisioni che spettano alla politica. Tronca non ha corso alle elezioni, è stato mandato dal governo”.
Sebbene Marino riconosca che le colpe non sono dell’attuale commissario Tronca, ammette però che una proroga dei tempi delle elezioni sarebbe inaccettabile: “Una capitale europea come Roma non può essere governata dalla Polizia per 2 anni. Sarebbe una scelta grave e inaccettabile e io credo che i romani andrebbero a manifestare sotto palazzo Chigi”.
Ma il fallimento dell’amministrazione Marino è imputabile solo a Palazzo Chigi? No. E lo riconosce l’ex sindaco stesso: “Di errori ce ne sono stati come è inevitabile per chi vuole portare il cambiamento”, confessa all’Huffington Post. “Per esempio”, continua, “c’è stato da parte nostra un deficit di comunicazione, che va imputato a me. Ma la responsabilità è anche dei media: io chiudo Malagrotta e i giornali parlano della Panda rossa; io apro le spiagge di Ostia e i giornali parlano dell’elicottero dei Casamonica; io cambio i vertici delle aziende e i giornali fanno campagne sulla sporcizia. Ora la città è ugualmente sporca ma i giornali tacciono. Io ritengo che i giornali romani rispondano a interessi che evidentemente io non conosco”. Ma sembra esserci dell’altro. “Io un errore l’ho commesso prima delle elezioni del 2013: non ho esaminato per nulla i curriculum dei consiglieri candidati dal Pd. Se lo avessi fatto, su alcuni avrei espresso delle perplessità”.
Tuttavia, quali che siano gli errori dell’ex sindaco, quale che sia la posizione anche dei più fervidi detrattori del chirurgo dem, Marino è convinto che “i romani non tollerano che il loro sindaco si decida altrove. Non tollerano che arrivi qualcuno da Firenze e indichi chi deve governare Roma. Anche tra chi non ha votato per me la cosa che è stata fatta da Renzi ai romani viene considerata inaccettabile. I romani non vogliono che a decidere per loro sia un fiorentino (…) Questa è la mia valutazione. E credo che i 19 consiglieri accoltellatori avranno molte difficoltà a farsi rieleggere. Non ci si candida con la spada del sovrano sulla spalla”.