Mario Tozzi e l’abolizione della caccia: “Il gusto di uccidere per divertimento? Una barbarie”
Il noto divulgatore scientifico e conduttore televisivo italiano, Mario Tozzi, si è così espresso in merito all’abrogazione della pratica
Un’iniziativa che sta riscuotendo particolare successo è quella che ha come fine ultimo l’abrogazione della caccia. La raccolta firme, nata su proposta popolare, si pone l’obiettivo di abolire alcune previsioni normative della legge 157 del 1992.
Le parole del Professor Mario Tozzi
In moltissimi hanno deciso di aderire all’iniziativa. Tra loro, chi a gran voce esprime il suo consenso alla raccolta è il Professor Mario Tozzi, che condanna così, per RomaIT, la pratica venatoria, spesso giustificata con l’amore per la natura e la pratica sportiva. “Loro (i cacciatori) i veri custodi della natura? Ma figurati se per essere custode di un patrimonio, io lo faccio a pezzi, lo massacro e gli sparo. Quello che piace veramente loro è uccidere, è il gusto di uccidere per divertimento. Si calcolano circa 300 milioni di prede ogni anno in Italia. Uno scempio inutile, una barbarie, di cui a oggi non abbiamo davvero bisogno. Basta con la caccia, abroghiamola”.
L’obiettivo della raccolta
“Abolire definitivamente la caccia, senza accettare restrizioni che continuerebbero a legalizzare questa brutale pratica”, questo è quanto propone il comitato con la raccolta, e farlo su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo: raccogliere 500mila firme entro il 20 ottobre, al fine di ottenere il referendum per abolire questa pratica. Tutto nasce dal comitato promotore Sì Aboliamo la Caccia, che ha avviato nel mese di luglio la raccolta firme la quale, a oggi, conta l’adesione di oltre 200mila cittadini.
L’epoca della “democrazia digitale”
Siamo entrati nell’epoca della “democrazia digitale”, così l’ha definita Alfonso Celotto, ordinario di Diritto costituzionale all’Università Roma Tre. Internet permette la partecipazione a una democrazia sempre più diretta attraverso la firma digitale; il numero elevato di italiani, poi, che attivato SPID in tempi di pandemia, ha portato a una vera e propria rivoluzione nel mondo dei referendum abrogativi.
In Piemonte un cacciatore è morto ucciso da un cinghiale
Intanto, ad Alessandria, un uomo di 74 anni è morto a seguito di una battuta di caccia finita male. Il cacciatore aveva sparato e colpito un cinghiale, ma l’animale ferito si è difeso dall’attacco, caricando l’anziano e procurandogli una lesione all’arteria femorale che si è rivelata fatale per l’uomo. Il 74enne è deceduto questa mattina in ospedale.