Marmolada, gli ecologisti sfruttano la strage per i loro teoremi anti-umani
Lo scioglimento dei ghiacciai è ciclico, non dipende dall’uomo (come il clima in genere): ma per gli affermazionisti ogni pretesto è buono, e le istituzioni, colpevolmente, si accodano
La strage della Marmolada, con il crollo del seracco che ha causato (al momento) sette decessi, ha segnato l’Italia intera, cominciando dai vertici delle istituzioni. Eppure, nel coro di cordoglio sono spuntate pure delle note parecchio stonate. Quelle degli ecologisti (o meglio ecocatastrofisti), che stanno cercando di strumentalizzare la tragedia per i loro pretestuosi e infondati teoremi anti-umani.
La strage della Marmolada
«Bisogna prendere dei provvedimenti affinché quanto accaduto sulla Marmolada non accada più in Italia». Queste le parole pronunciate in loco, come riporta l’ANSA, dal Premier Mario Draghi. Il quale ha aggiunto che «gli Italiani si stringono con affetto» attorno alle vittime, agli otto feriti e ai cinque dispersi.
Il dramma è già passato alla storia come il più grave della montagna del Belpaese. E spiace molto dover constatare che gli affermazionisti del climate change vi stanno lucrando coi soliti fini propagandistici. Influenzando perfino le più alte cariche dello Stato, considerando che sia SuperMario che Sergio Mattarella hanno ripetuto a pappagallo la favoletta della responsabilità antropica del disastro.
Accuse pretestuose e infondate
Come però fa notare Franco Battaglia, docente di chimica fisica all’Università di Modena, i ghiacciai avanzano e si ritirano ciclicamente. Il fisico Walter Kutschera, dell’Università di Vienna, ha ricostruito l’estensione di quelli alpini negli ultimi 10.000 anni. Evidenziando tra l’altro il minimo corrispondente al cosiddetto “Periodo caldo romano”. Quando, come spiegò il Premio Nobel per la Fisica Carlo Rubbia già nel 2014, le temperature erano più alte di adesso (nonostante la minor concentrazione di CO2).
Un concetto simile l’ha espresso anche Nicola Scafetta, docente di Fisica dell’Atmosfera all’Università Federico II di Napoli. Che, intervistato dal Mattino, ha illustrato l’esistenza di cicli millenari che influenzano il clima e dipendono quasi esclusivamente dall’attività solare. Non a caso, come rileva La Verità, già nel 2018 il suo gruppo aveva previsto l’attuale crisi idrica.
Nicola Scafetta, docente di fisica dell’atmosfera all’università Federico II di Napoli: «Avevamo pronosticato la crisi idrica di oggi nel 2018. A incidere sono i cicli planetari, non le emissioni». https://t.co/jy1ZLPBRwY
— La Verità (@LaVeritaWeb) June 28, 2022
Questi dati, d’altronde, sono in linea con quelli spesso sottolineati da un luminare come il professor Antonino Zichichi. Secondo cui «attribuire alle attività umane il surriscaldamento globale è senza fondamento scientifico». L’uomo incide al massimo «al livello del 5%: il 95% dipende da fenomeni naturali legati al Sole».
Sarebbe dunque bonum et iustum abbandonare approcci ideologici che, soprattutto in una catastrofe come quella della Marmolada, non ci si può proprio permettere. Con buona pace delle “iene climatiche”, se permettete.