A Novak Djokovic la leggenda e i record, a Matteo Berrettini il futuro
Il serbo batte il tennista romano in 4 set raggiungendo Federer e Nadal per numero di Slam. Per Berrettini l’onore delle armi e la coscienza di poter giocare alla pari con i più grandi
Una finale intensa che ha incoronato il più grande: Novak Djokovic ha battuto Matteo Berrettini in 4 set (67 64 64 63) in 3h27′. Il sesto titolo a Wimbledon gli permette di pareggiare il conto di Slam vinti (20) con Roger Federer e Rafael Nadal, con all’orizzonte la possibilità di fare il grande Slam vincendo a New York il prossimo settembre. Al cospetto del numero 1 del tennis odierno (e forse di ogni tempo per numeri e completezza), Matteo Berrettini ha dimostrato di meritarsi il palcoscenico più prestigioso al mondo. Un giorno potrà tornare a Londra per vincere, ma il presente è ancora della “vecchia” generazione.
Inizio difficile ma Berrettini vince il primo set
In una Londra soleggiata e frizzante, in attesa anche della finale di Wembley, i due iniziano in maniera molto contratta, come spesso succede in una finale. Djokovic fa tre doppi falli nei primi due turni di servizio e concede una palla break, ma Berrettini fa fatica al servizio e sotto rete. Così il serbo nel primo set scappa via ma sotto 5-2 l’italiano entra definitivamente in partita e risale la corrente. Annulla un set point e porta Nole al tie-break, dove è perfetto al servizio e in risposta: dopo 72′ porta a casa il primo set con il punteggio di 7 a 4.
Dopo aver perso un set che sembrava già vinto, nel secondo set Djokovic rientra attento e solido. Dopo 10 minuti è già avanti 4-0 e chiude il set con soli 4 errori non forzati ed un servizio tornato a livelli altissimi. Matteo soffre all’inizio ma lotta e prima di perdere il set recupera un break, dimostrando di essere attaccato al match punto su punto. Dopo 2 ore è 1 set pari.
Alla lunga Djokovic prende il largo e riscrive record su record
Così come nei primi 2 set, il serbo scappa via anche nel terzo con un break nel terzo game. Berrettini si avvicina nel sesto a pareggiare i conti ma non sfrutta due ottime occasioni. Il gioco a rete lo vede spesso deficitario ed il servizio va a tratti (a fine match sono 16 ace ma con solo il 59% di prime in campo). Nel quarto set regna inizialmente l’equilibrio ma l’azzurro comincia a faticare fisicamente: non brillante sugli spostamenti laterali, con i colpi che non escono dalla racchetta come nel primo set.
Dopo uno scambio pazzesco nel settimo game arriva l’ultimo strappo, quello decisivo. Berrettini gioca i tre match point mostrando tutto il suo carattere ma alla fine si deve arrendere. È il 20° torneo del grande Slam, il sesto a Wimbledon, il terzo consecutivo, il terzo – su 3 – nel 2021. A New York andrà per la leggenda e tra due settimane inizia il torneo olimpico. A Matteo Berrettini rimane l’onore delle armi, i complimenti dello stesso Djokovic e una prestazione di assoluto spessore. Può uscire dal torneo – e dalla finale – a testa altissima. Da domani sarà numero 8 del mondo e numero 3 della Race (che considera i risultati dell’anno solare). Negli anni prossimi potrà tornare a Londra per vincere.