Matteo Renzi: “Sento un clima di odio nei miei confronti”
“Quando ho mandato a casa Conte, lo rifarei non una, non dieci, ma cento volte”
La polemica per i suoi rapporti con l’Arabia Saudita, la crisi del Movimento Cinque Stelle, la rimozione di Arcuri. Sono alcuni dei temi toccati da Matteo Renzi in un’intervista al quotidiano “Il Giornale”. In particolare per il leader di Italia Viva, “stanno strumentalizzando la tragedia di Kashoggi perché non hanno altro a cui aggrapparsi in Italia.
Nel merito ho risposto su tutti i giornali, dal Financial Times a Le Monde: ciò che faccio può essere discusso da chiunque, ma è perfettamente lecito, pubblico e legittimo. La questione saudita è stata posta da quel noto statista di Di Battista, uno che apprezzava Maduro e definiva Obama golpista e non capisce che l’Arabia è il baluardo contro il fondamentalismo.
“Io ossessione del Pd”
E ovviamente dai più rancorosi del Pd. Credo di essere la loro ossessione. Se parlassero un po’ più di idee e un po’ meno di me, ci guadagnerebbero almeno in salute”.
“Sento un clima di odio nei miei confronti, la rabbia – spiega – per quello che è accaduto. Un desiderio di vendetta da parte di chi considerava il governo Conte un punto di arrivo da difendere a ogni costo. Eppure, malgrado tutti questi segnali di ostilità di cui sono stato oggetto quando ho mandato a casa Conte, ebbene, io lo rifarei non una, non dieci, ma cento volte.
Perché l’unica bussola che perseguo è l’interesse del Paese e quell’equilibrio politico non lo salvaguardava. Per cui possono inviarmi tutte le minacce, in chiaro o sottintese, che vogliono, non mi scalfiscono se penso di essere nel giusto. Io non ho paura”.
La crisi dei 5 Stelle
Per Renzi “i 5 stelle versano in una crisi profondissima che non sarà risolta dall’arrivo di Giuseppe Conte. Io sono felice per Conte, ma non penso che basti lui per tenere insieme e rimettere in piedi l’esperienza grillina. Semmai la scelta di Conte di accettare la guida del movimento rende ancor più palese la politica masochista del Pd e di Zingaretti.
Si sono immolati sull’altare di Conte, mi hanno descritto come un nemico di classe per aver fatto cadere il governo guidato da lui, lo avevano indicato come il capo della coalizione giallorossa e ora se lo ritrovano leader dei 5 Stelle!? Leader di un partito concorrente. Non ho parole.
Penso che sia stato il più spettacolare autogol nella storia della politica. Non ne sarebbe stato capace neppure un artista dell’autogol come Comunardo Niccolai. Appunto, a Zingaretti quest’anno daranno il premio Comunardo Niccolai”.
Rimozione di Arcuri
Quanto alla decisone “di rimuovere Arcuri e sostituirlo con le professionalità dell’Esercito, sono molto felice che una delle nostre battaglie storiche sia stata fatta propria da Draghi. Il motivo c’era. Giudico uno scandalo, ad esempio, che ci siano più di un milione di dosi di vaccini non utilizzate.
Si può polemizzare con l’Europa perché non ci sono i vaccini, ma intanto inoculiamo quelli che abbiamo. Alla fine di tutto, quando saremo fuori dalla pandemia, sarà indispensabile quella commissione di inchiesta parlamentare che noi abbiamo chiesto già un anno fa”. Lo sottolinea Matteo Renzi, in un’intervista a “Il Giornale”.
Sul caos Procure”
Infine, parlando del caos Procure, Renzi spiega che “Nello Rossi è uno degli esponenti più in vista di Magistratura democratica. Si può dire che ne è stato l’ideologo. Un personaggio che ha un lungo passato come magistrato.
Ascoltatissimo e influente non solo nella sua corrente. Non so, andrebbe approfondito, se nella sua carriera è mai venuto in contatto con il cosiddetto sistema Palamara, quello raccontato nel libro scritto con Sallusti”.
“L’uso dell’espressione cordone sanitario nei confronti di una persona che ha un ruolo nelle istituzioni parlamentari, che ricopre una carica importante in un partito della maggioranza di governo e che in passato è stato anche presidente del Consiglio, lo trovo – prosegue l’ex premier – a dir poco allucinante.
Resto allibito ma non sorpreso, perché avverto un clima di odio e di rabbia che cova in una parte dell’establishment di questo Paese rimasto legato agli equilibri del governo passato che non si dà per vinto…”. (Adnkronos)