Maurizio Crovato, consigliere comunale di Venezia: “Precari nell’acqua alta”
Dopo l’alluvione del 1966 si lavorò per vent’anni, ma Venezia è ancora precaria e sommersa quando le condizioni meteorologiche sono critiche
Sono ore di tensione a Venezia, dove l’acqua ha raggiunto oltre il metro di altezza. Le scuole per l’infanzia sono chiuse, negozi e uffici in difficoltà e si segnalano disagi per la mobilità. In questi anni sono state proposte soluzioni e speso denaro pubblico, eppure in caso di criticità meteorologica, la splendida città si trova ancora letteralmente sommersa dai disagi. Ne parliamo con Maurizio Crovato, consigliere comunale di venezia ed ex giornalista del Tg2.
Com’è la situazione a Venezia? Sia a livello tecnico che nell’atmosfera che si respira
La situazione è molto problematica, l’atmosfera è di attesa, c’è un forte vento di bora ed è previsto il picco di acqua alta intorno alle 11.00 superando il metro e trenta, che significa 40% città sotto l’acqua. Per questa sera è previsto il peggio perché le previsioni annunciano il metro e 40/ metro e 50. L’atmosfera è di disagio e incertezza per noi abitanti di Venezia.
Ci spiega qualcosa di come si genera questo fenomeno dell’acqua alta?
La criticità di domani sarà causata da una situazione di burrasca nello stretto di Otranto; l’Adriatico ha una strettoia di 70 km che va dalla Puglia all’Albania ed è lì che si crea il cosiddetto “fenomeno di sessa”, cioè l’acqua che dovrebbe defluire per forza della luna non ce la fa a fuoriuscire, per cui si genera un fenomeno di onde di rimbalzo che crea maree eccezionali.
A Otranto in questo momento sta arrivando una burrasca e il vento di bora sta diventando scirocco, che è più instabile.
Quando avvenne l’alluvione tristemente nota del 4 novembre 1966, fu lo scirocco a fare danni, non esattamente la bora.
Vivendo a Venezia il rapporto con gli elementi naturali, acqua e vento, si fa stretto e occorre imparare molte cose sulla meteorologia…
Si, da veneziani ci siamo fatti una cultura perché per i turisti è un momento divertente e insolito ma per noi i disagi sono enormi.
Per i commercianti, per gli spostamenti, oggi le scuole sono state chiuse dal prefetto e la città è paralizzata. I commercianti ambulanti di solito stranieri ormai sono diventati abili a capire i cambiamenti e a vendere scarponi da pioggia.
Il 4 novembre scorso le opere marittime avrebbe dovuto azionare sperimentalmente le prime paratoie del MOSE. Hanno tentato di avviare ricorrenza alluvione ma invece non le hanno fatte funzionare perché sistema vibrava troppo. Sono passati vent’anni dall’inizio dei lavori e sono stati spesi sei miliardi di euro, ma Venezia è ancora estremamente fragile, ci si sente debole rispetto alle situazioni meteo.
La nota triste di questa situazione è che lo stato italiano ha speso tutto questo denaro e Venezia è e si sente ancora instabile e precaria quando le condizioni meteo sono critiche.
Vent’anni fa si diceva che Venezia fosse la prima città ad attrezzarsi contro i cambiamenti climatici…e invece siamo ancora indifesi.