“Mediterraneo inaspettato”, di Mario Tozzi. “Fondamentale conoscere le nostre origini”
Lo scienziato: “Il nucleare non sarà possibile a breve. Dal governo aspetto buone cose che non ci saranno. Ponte sullo stretto? Una follia”
L’uomo, il mare. Un legame fatto di tesori immersi e sommersi, di tentativi di dominazione dei sistemi naturali, di azioni compiute. Di segreti, parole non dette. La storia di una riserva esauribile di risorse, di speranze, sottratte alle generazioni future. Con le vite che corrono e scorrono, lasciando tracce, impronte, soprattutto storie. Non sempre a lieto fine.
Esce oggi “Mediterraneo inaspettato“, l’ultimo lavoro letterario del Prof. Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico. Un “sorprendente viaggio nella storia più antica del nostro mare“, edito da Mondadori. Un appassionante e appassionato ritratto delle condizioni e del percorso di vita del mare, ripercorrendo la storia più antica, con gli eventi che ne hanno tracciato il profilo dalla formazione, alla comparsa dei Sapiens, contemplando le trasformazioni avvenute nel corso dei millenni, nel segmento del proprio percorso evolutivo.
Un particolare punto di vista attraverso il quale Mario Tozzi presenta la distesa azzurra offrendo un quadro delle specie che la abitano e di quelle che inevitabilmente ci si interfacciano, tra pesci, cetacei, elefanti, scimmie. Tozzi è la voce dello stupore del cambiamento avvenuto nel corso del tempo, della fusione con il percorso del pianeta Terra, del piacere contemplativo. Ma soprattutto, quella della denuncia, garbatamente mordace, dei numerosi tentativi di deturpamento. Figli di un’ingrata e spesso superficiale attenzione che rivolgiamo ad un dono straordinario della natura.
Abbiamo scambiato due chiacchiere con Mario Tozzi per conoscere meglio il suo libro.
Professore, perché definisce inaspettato questo Mediterraneo?
“Inaspettato perché il lettore potrebbe aspettarsi la narrazione delle storie dei cartaginesi, dei fenici, o una panoramica della talassocrazia cretese. Questa narrazione non è presente. C’è quello che c’era prima“.
Qual è la necessità o se vogliamo l’urgenza di raccontare, di spiegare il mare oggi ?
“La necessità è senza dubbio di carattere conoscitivo, per approfondire meglio le nostre origini, le nostre radici. Anche però, per conoscere i presupposti del disastro ambientale che oggi stiamo vivendo“.
A proposito di contemporaneità, oggi si parla molto di energia. E’, tra le altre cose, il primo banco di prova del nuovo governo Meloni. Lei cosa si aspetta?
“Mi aspetto buone cose, che ahimè non ci saranno. In ogni caso, il nucleare non sarà possibile a breve. Ci vorranno anni, forse venti, per vederlo. E costerà tantissimo. Ecco perché sposo tutta la vita le risorse rinnovabili“.
Si è parlato anche de ponte sullo stretto: quanto c’è di vero e cosa significherebbe?
“Il ponte sullo stretto è un’altra follia. Se si utilizzassero soldi pubblici sicuramente, privati ancora peggio. In quest’ultimo caso costerebbe moltissimo, anche perché comprensivo di un pedaggio. Inutile, perché oggi al massimo per quella tratta ci sono ventimila passaggi al giorno, non centomila. Forse servirebbe per treni o traghetti ecologici. Non nella maniera in cui è stato pensato“.