Meloni Premier? Sarebbe la prima donna, ma pare non conti più…
Sembra che per media e affini i tanto decantati primati “di genere” siano condizionati all’appartenenza partitica: in ogni caso, l’unico criterio dovrebbe essere il merito
La possibilità che Giorgia Meloni, leader di FdI, diventi Capo del Governo dopo le prossime Politiche ha già avuto un curioso risvolto, diciamo, culturale. Ha infatti innescato un (ennesimo) cortocircuito politically correct, che per l’occasione vede protagonisti i paladini dell’anti-sessismo. I quali hanno dimostrato che, a quanto pare, l’importanza della “questione femminile” non è assoluta, bensì condizionata all’appartenenza partitica.
L’attenzione mediatica verso i primati “di genere”
Solo negli ultimi 2-3 giorni, Sport Mediaset ha annunciato che Alison Brittain diventerà Presidente della Premier League, prima donna nella storia del calcio inglese. Il Gazzettino ha dato notizia che, per la prima volta, Treviso avrà un Questore donna, Manuela De Bernardin. E La Nazione ha scritto che, nel film “Black Panther: Wakanda Forever”, per la prima volta la Pantera Nera potrebbe essere stata interpretata da un’attrice, Letitia Wright.
Tutto questo per rimarcare come media e affini siano sempre attentissimi a decantare i primati “di genere”. Certe volte lo sono anche troppo, come quando definirono un «evento storico» la candidatura di Hillary Clinton alla Casa Bianca. Dimenticandosi che, come sottolineava Giuliano Guzzo, già nel tanto vituperato Medioevo avevano ricoperto ruoli apicali figure del calibro di Matilde di Canossa e Bianca di Castiglia.
La Meloni potrebbe essere il primo Premier donna in Italia
Fatte queste premesse, era lecito attendersi che anche solo l’ipotesi di una prima volta del “potere rosa” a Palazzo Chigi sarebbe stata salutata con altrettanto tripudio. Invece, ora che l’agognato traguardo potrebbe essere vicino, il fatto che la diretta interessata sia Giorgia Meloni ha improvvisamente spento ogni ardore (para)femminista.
Per il Presidente di Fratelli d’Italia, i peana vengono sostituiti con la “solita” reductio ad Ducem. Come ha fatto La Repubblica, “argomentando” che anche il cognome di Mussolini iniziava con la lettera M.
Naturalmente agli intelliggenti con-due-gi continua a sfuggire che, in un incarico come quello chigiano, gli unici criteri da prendere in considerazione dovrebbero essere merito e competenza. In ogni caso è interessante appurare che, di colpo, la prospettiva di un Premier donna in Italia sembri non contare più nulla. Evidentemente, anche tra le istanze del politicamente corretto ce ne sono alcune, per parafrasare George Orwell, “più uguali di altre”.