Menù europei, un flop di cui la maggioranza sembra non accorgersi
Bocciato in Municipio VIII l’atto del M5S che chiedeva la sospensione dei menù europei
"Wurstel e patate, fish and chips e piatti simili continueranno ad essere presenti nelle mense delle scuole pubbliche romane, materne incluse". La battaglia ai menù europei (qui i dettagli sui menù europei) è dura da vincere. Dopo la bocciatura dell'Assemblea capitolina relativamente alla proposta del M5S Roma di sospendere i menù europei dalle mense scolastiche, per integrare i pasti con più verdure e con una dieta mediterranea (leggi qui), arriva anche la bocciatura in Municipio VIII.
"Potete ringraziare questa maggioranza per la quale è giusto offrire ai bambini alimenti precotti e low-cost, insomma cibo spazzatura e spacciarlo per cultura gastronomica europea" – dicono i consiglieri municipali Carlo Cafarotti e Valentina Vivarelli del M5S in Municipio VIII, nel comunicare che – "PD, SEL e Lista Civica Marino hanno bocciato la nostra proposta di risoluzione e il nostro ordine del giorno che chiedevano la sospensione di questo progetto e dunque della somministrazione dei suddetti alimenti, in attesa di una opportuna e necessaria revisione del progetto".
Quello dei menù europei è un progetto al quale il Comune di Roma nel novembre scorso, per il tramite dell'allora assessore alla Scuola Alessandra Cattoi, oggi sostituita nel valzer di deleghe da Paolo Masini, aveva aderito: il progetto era stato sviluppato in occasione del semestre italiano di Presidenza del Consiglio dell'Unione Europea, al fine di "sviluppare una maggiore consapevolezza sull'appartenenza dell'Italia all'UE e sugli altri stati che la compongono" – come si spiega anche nell'atto del M5S.
I pentastellati, oltre a denunciare che i piatti proposti in realtà siano scarsamente rappresentativi della cucina europea, più ricca rispetto alle offerte proposte e quindi oltre a criticare la qualità dei cibi somministrati – piatti ricchi di carboidrati e proteine animali, "prevalentemente carni rosse non biologiche" – scrivono nell'atto i due – mettono sotto la lente di ingrandimento anche la quantità degli stessi: "I piatti proposti, oltre che per niente salutari, erano persino insufficienti per i bambini che rimanevano affamati dopo averli consumati".
Oltre a questi aspetti, "il M5S – continuano Cafarotti e Vivarelli – ritiene molto grave anche la violazione dell'articolo 26 del capitolato speciale mensa che permette la somministrazione di questi menù non più di una volta al mese, mentre sappiamo con certezza dalle scuole che in alcune di queste viene dato addirittura una volta a settimana".
Da considerare, anche l'aspetto dell'educazione al cibo e a una corretta alimentazione. "Il servizio pubblico dovrebbe impegnarsi nel fare esattamente l'opposto rispetto a quanto fatto da questa maggioranza, dovrebbe stimolare bambini e famiglie verso un'alimentazione ed uno stile di vita più sani, preservandoli dall'influenza delle multinazionali dell'alimentare e promuovendo un rapporto diretto con chi il cibo lo produce. Dietro a wurstel e pesce precotto cosa troviamo? Cultura? Qualità? Identità gastronomiche? Specificità territoriali?" – concludono dal M5S Municipio VIII.
Per questo, nell'atto, i due consiglieri chiedevano di "modificare tali menù sostituendoli con proposte qualitativamente più ricche a livello organolettico e più salutari quali zuppe e piatti prevalentemente vegetariani, eliminando completamente i wurstel", considerati anche una delle prime cause di soffocamento nell'età infantile da numerosi pediatri, e di "provvedere a somministrare tali menù una sola volta al mese, e non due come accade attualmente, nel rispetto dell'art. 26 del Capitolato Speciale d'Appalto della ristorazione scolastica 2013-2017, citato nella comunicazione del Dipartimento Servizi Educativi e Scolastici", con la quale si dava comunicazione ai Municipi di Roma Capitale del progetto dei menù europei.