Messi-novela, non illudetevi: il fenomeno argentino non verrà in Italia
Quella dell’Inter è una suggestione dei media nostrani ma, se davvero la “Pulce” lascerà il Barça, andrà al City o al Psg. Gli unici club che hanno appeal, ambizioni e disponibilità
Si chiama Messi-novela il vero tormentone di fine estate 2020. E non è un brano musicale, ma il caso calcistico del momento. Il più forte giocatore al mondo lascerà davvero la società dov’è nato e cresciuto – il Barcellona? E, se sì, dove si accaserà? Chi può davvero legittimamente sognare di schierare tra i propri ranghi il fenomeno argentino nella stagione che verrà? Tutte le ipotesi sono aperte, a differenza del calciomercato iberico – e anche italiano, così tanto per dire. Ma questo non sembra essere affatto un problema.
La Messi-novela
I prodromi risalgono perlomeno all’umiliante 8-2 subito nei quarti di Champions League dai futuri campioni del Bayern Monaco. Tuttavia, la soap opera della stagione è partita ufficialmente martedì scorso, quando Lionel Messi ha inviato ai vertici del Barça l’ormai celeberrimo burofax. Il documento formale e ufficiale – ancorché freddo e distaccato – con cui la “Pulce” ha comunicato la propria decisione di lasciare il club blaugrana.
Una bomba che è immediatamente deflagrata, soprattutto a livello dei media, da subito freneticamente impegnati a cercare di capire la possibile destinazione dell’asso di Rosario. C’è però una domanda preliminare che in pochi hanno considerato: è proprio vero che, dopo vent’anni, s’interromperà la storia d’amore tra Messi e il Barcellona? Probabile, ma non del tutto scontato.
La prima perplessità riguarda proprio il burofax di martedì 25 agosto. Il campionissimo albiceleste ha annunciato l’intenzione di risolvere unilateralmente il contratto che lo lega(va) alla squadra catalana fino al 2021. Secondo i suoi avvocati, questa mossa sarebbe legittimata da una clausola valida nei venti giorni prima del termine di un’annata calcistica – normalmente, il 30 giugno. Tuttavia, secondo i legali barçelonisti tale formula è applicabile sempre e solo fino al 10 giugno, pertanto per l’anno in corso è già scaduta. Chi volesse ingaggiare Messi dovrebbe perciò versare l’intera clausola rescissoria da 700 milioni.
«Pensiamo a costruire il futuro del Barcellona insieme al miglior giocatore della Storia come Leo Messi» ha infatti affermato Ramón Planes, segretario tecnico azulgrana. Che ha aggiunto: «Non prevediamo alcuna uscita di Leo a livello contrattuale».
Nel dubbio, intanto, lunedì prossimo il Numero Dieci si presenterà regolarmente al primo allenamento della nuova stagione dei vicecampioni di Spagna. Non foss’altro per evitare di fornire pretesti per cause legali o sanzioni che inaspriscano ulteriormente le già altissime tensioni.
Chi può permettersi Messi?
Per i tifosi culès, infatti, la misura è già ampiamente colma, e in molti sui social hanno bollato la Pulga come ingrato e traditore. Il bersaglio principale, però, è il numero uno Josep Maria Bartomeu, che rischia seriamente di passare alla storia come il presidente che ha perso Lionel Messi. E infatti sembrerebbe disposto a dimettersi, se questo servisse a garantire la permanenza in Catalogna del fuoriclasse sudamericano.
Se però si dovesse arrivare comunque alla rottura, alla finestra vi è soprattutto il Manchester City dello sceicco Manṣūr bin Zāyed Āl Nahyān. Una delle poche franchigie a potersi permettere l’ingaggio dell’erede di Diego Armando Maradona, che al Barça guadagna 50 milioni di euro netti l’anno. E perfino il pagamento del suo cartellino in caso la società blaugrana dovesse vincere la battaglia legale.
Certo, potrebbero verificarsi problemi con lo spauracchio Fair Play Finanziario, la regola (comunque “ammorbidita” causa Covid-19) secondo cui si può investire solo quanto si incassa. Ma il “lato blu” di Manchester ha dimostrato che è solo un optional – almeno per i club ricchi e potenti. Inoltre, nei Citizens Messi ritroverebbe l’allenatore Pep Guardiola, suo mentore in Spagna, e l’amico fraterno (nonché connazionale) Sergio Kun Agüero, attaccante della squadra inglese.
Più staccato nella Messi-novela il Paris Saint-Germain di Nasser Al-Khelaïfi, recente finalista (sconfitto) in Champions. Nel club francese milita il fantasista brasiliano Neymar, altro amico di Messi dai tempi in cui giocava anch’egli nel Barça. Tuttavia, i Parigini sono alle prese con seri problemi di bilancio dovuti alla pandemia da coronavirus. Difficilmente potrebbero sostenere un terzo stipendio “pesante” oltre a quelli dello stesso Neymar e dell’altra stella della rosa, l’attaccante transalpino Kylian Mbappé.
Messi-novela, e l’Italia?
Poi ci sono i sogni italiani, o meglio le illusioni veicolate dai media. I quali, non avendo evidentemente nulla di concreto di cui parlare, vendono suggestioni – o, in termini più prosaici, fumo.
Nell’ambito della Messi-novela, il club maggiormente sponsorizzato è l’Inter, anche perché quello tradizionalmente pompato in questi casi – la Juventus – è off limits. La presenza dell’arcinemico Cristiano Ronaldo rende infatti pressoché impossibile accostare la “Pulce” alla Vecchia Signora.
Per quanto riguarda i nerazzurri meneghini, da tempo si parla di presunti indizi che in realtà sono operazioni commerciali o vere e proprie boutade. Dall’acquisto di una casa in città da parte del padre di Messi all’immagine del fenomeno di Rosario proiettata sul Duomo.
La realtà è che l’unica carta che la società di Steven Zhang può giocare è quella della fiscalità agevolata. Infatti, grazie a un particolare bonus definito “acchiappa-ricchi”, gli oneri tributari sui salari degli sportivi che si trasferiscono in Italia sono alleggeriti del 50%. Ciò significa che i 50 milioni netti che Messi percepisce attualmente per l’Inter si tradurrebbero in “appena” 65,5 milioni lordi.
Poco. Troppo poco. Soprattutto a fronte dell’appeal e delle ambizioni enormemente più alte dei concorrenti. Senza contare che la Beneamata potrebbe essere solo un “parcheggio” in vista di un’operazione molto più ambiziosa. Lo sbarco del capitano del Barcellona in Cina, favorito da Zhang Jindong, patron del gruppo Suning, padre di Steven Zhang e vero proprietario dell’Inter.
Destinazioni estemporanee
Certo, sarebbe fantastico poter ammirare in Serie A quello che è probabilmente il secondo calciatore più forte di tutti i tempi. Ma, al momento, le chance di vedere Messi agli ordini di Antonio Conte sono pressoché le stesse che hanno Sampdoria, Virtus Entella e Carrarese. Tre società che, attraverso i rispettivi profili Twitter, hanno scherzato sul possibile trasferimento della Pulga.
Prima però di sparare sulla deontologia professionale, è bene tener presente che c’è un’Inter che potrebbe sperare in un esito positivo della Messi-novela. È l’Inter Miami presieduta dall’ex calciatore David Beckham, che ha dalla sua il fascino degli U.S.A. cui hanno già ceduto altri big del pallone. Dallo svedese Zlatan Ibrahimović allo spagnolo David Villa, dall’ivoriano Didier Drogba al britannico Wayne Rooney.
Naturalmente, è un’ipotesi ben più remota di quelle sopracitate. Ma di fronte alle bombe di Mosca (nel senso di Maurizio) così sovente propalate, perché mai dovrebbe essere meno fantascientifica?