Metaverso, cos’è e a cosa serve? Intervista a Roberto Baldassari
Innovazione, opportunità e prime criticità. Ecco alcune novità portate dal Metaverso esposte dal direttore del Comitato Scientifico ANGI
Roberto Baldassari, direttore del Comitato Scientifico dell’Associazione Nazionale Giovani Innovatori (ANGI) e Past Presidente e Amministratore Delegato di GPF Inspiring Research, ha risposto alle nostre domande sul Metaverso.
“Trasposizione in virtuale del reale, in cui ognuno di noi ha un proprio avatar e dove le aziende stanno acquistando sempre più spazi come si faceva nel Far West”.
Che cosa è il Metaverso?
Roberto Baldassari ha descritto il Metaverso come un luogo virtuale dove le persone si possono incontrare. Lavorativamente parlando è un po’ più di un social ma meno interattivo di piattaforme come TikTok e Instagram.
Ma come si può accedere a questo nuovo luogo? “Principalmente con dei visori, ma da qualche tempo sono in via di sperimentazione anche guanti e tute, che potranno aiutarci a immergerci al meglio nella vita virtuale e tridimensionale”.
“Ad oggi sempre più grandi firme, come Versace o Louis Vuitton, stanno acquistando spazi all’interno del Metaverso nei quali si possono provare alcuni capi, grazie alla realtà virtuale. Ma non solo, infatti, la Regione Piemonte, per esempio, ha aperto uno sportello dove gli utenti possono già portare a termine svariate pratiche burocratiche”.
Gli ambiti in cui è più sviluppato
Quali sono gli ambiti in cui si è più sviluppato il Metaverso? “Troviamo principalmente il gaming, che, essendo di natura più immersivo grazie all’utilizzo dei visori 3d, riesce a coinvolgere al meglio l’utente. Il secondo ambito è quello Medico, dove grazie alla realtà virtuale si è in grado di simulare interventi. Risulta innovativo in quanto si potranno formare i nuovi dottori senza dover affrontare veri interventi. Infine, l’ultimo ambito è quello dell’insegnamento dove gli studenti potranno totalmente immergersi grazie ad avatar del tempo”. Si potrà quindi rivivere i tempi di Virgilio e Dante tramite ricostruzioni tridimensionali di ambienti contemporanei all’artista.
Nonostante abbiamo finora elencato solo gli aspetti positivi del Metaverso, come riportato anche dallo stesso Baldassari, vi sono degli aspetti negativi. “Sono stati resi noti già dei primi casi di stupro, casi di bullismo e problemi di cybersecurity. Oltre a ciò, si sono ritrovati non solo furti d’identità ma anche di dati biometrici in quanto la tuta, che si indossa, prende informazioni, anche genetiche, che costituiscono patrimonio che mettiamo a disposizione. Altro limite o danno collaterale è lo scollamento della realtà”.
Innovazione?
Può essere un’innovazione? Baldassari ritiene che possa essere un grande passo per la nostra società a patto che sia accessibile e inclusiva per tutti quanti. “Non riesci ad entrare nel Metaverso se non entri nella tridimensionalità, ma per farlo devi spendere fino a 1.500 euro. Dopo una nostra ricerca abbiamo notato come solo il 7% dei giovani è riuscito a fare questa esperienza”.