Migrantes 2022: 296 mila rifugiati in Italia, 1.295 morti nel Mediterraneo
Nel 2022 oltre 4 milioni e 400.000 le persone registrate per la protezione temporanea solo nell’Ue fino all’inizio di ottobre
A fine ottobre 2022 la stima (minima) dei migranti morti e dispersi nel Mediterraneo era poco inferiore alle 1.800 unità. Questo il primo, pesantissimo dato registrato dal Rapporto Migrantes sul diritto d’asilo 2022 presentato questa mattina a Roma alla presenza del presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi e di mons. Gian Carlo Perego, presidente di Migrantes.
Di questa enorme cifra coloro che perdono la vita tentando la traversata del Mediterraneo centrale, verso l’Italia e Malta sono 1.295.
Un aumento in linea con i dati del 2021. “Il 2021 vanta anche il triste “record” del numero di migranti e rifugiati intercettati dalla cosiddetta guardia costiera libica e ricondotti (o meglio deportati) in un sistema organizzato di miseria, arbitrio, vessazioni, taglieggiamenti e violenze: 32.400 persone contro le 11.900 del 2020” si legge nel rapporto.
Partendo dal 2017, anno degli “accordi” col governo libico per il controllo delle partenze, i “deportati di Libia” sono ormai 104.500.
I numeri dell’accoglienza
Di coloro che arrivano in Italia e poi in Europa, alcuni hanno diritto di asilo. Nel rapporto leggiamo come nel 2022 siano oltre 4 milioni e 400.000 le persone registrate per la protezione temporanea solo nell’Ue fino all’inizio di ottobre.
Alla fine dello scorso giugno, ormai nel pieno della crisi umanitaria ucraina, vivevano in Italia poco meno di 296 mila “rifugiati” (cioè rifugiati in senso stretto e persone con protezione complementare o temporanea, e quindi profughi ucraini inclusi: la cifra equivale a cinque persone ogni mille abitanti).
Però alla stessa data i rifugiati in Francia erano 613 mila e in Germania addirittura 2 milioni 235.000.
La Grecia già sosteneva un carico multiplo rispetto a quello italiano: quasi 12 rifugiati ogni 1.000 abitanti contro i nostri due o poco più; e persino la Bulgaria ne contava tre ogni 1.000.
“Viene così da chiedersi chi dovrebbe prendersi i migranti da chi, per restare al livello dell’attuale “dibattito” nell’Ue”. Osserva il Rapporto: “occorrerebbe discutere del fatto che le persone che sbarcano sulle nostre coste, a differenza di molte altre che chiedono protezione nell’Europa continentale, devono essere prima salvate da un mare pericoloso con missioni di soccorso degne di questo nome e dovrebbe essere loro risparmiato l’inferno di Libia: qui sì, è vero che l’Italia non può farcela da sola”.
L’allarme: rifugiati di serie A e B
Nel 2022, un anno segnato da nuovi e vecchi conflitti, ancora una volta dalla pandemia di e dal cambiamento climatico, il numero di persone in fuga ha superato la soglia dei 100 milioni in tutto il mondo.
Sono poi milioni le persone che hanno fatto ingresso in Ue dall’Ucraina dall’inizio del conflitto e sono circa 170 mila i cittadini ucraini arrivati in Italia entro la fine di settembre 2022. Il numero di persone in fuga e le richieste di protezione aumentano ovunque. Però le forme di riconoscimento e protezione, rischiano di creare richiedenti asilo e rifugiati di “serie A” e “B”. Al contrario di chi fugge dalla guerra, chi fugge da disastri ambientali ed effetti del cambiamento climatico fatica a veder riconosciuta il proprio status in assenza di un quadro condiviso.