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Migranti, Bartolo: a casa loro facemmo quello che volemmo, ora alziamo i muri…

“Se scappano la responsabilità è del mondo occidentale che si è arricchito alle loro spalle e che ha considerato il loro continente come un ipermercato dove tutto è gratis”

"Adesso alziamo muri e diciamo 'l'Europa agli europei' ma 'a casa loro' abbiamo fatto tutto quello che abbiamo voluto": a parlare, di Africa e migranti, "che non sono flussi ma persone", è Pietro Bartolo, dirigente medico ed eurodeputato. L'occasione è, oggi a Roma, all'Istituto Vaccari, la ventiseiesima edizione del Premio volontariato internazionale Focsiv.

Il parlamentare, che si definisce "pescatore" e "lampedusano", ricorda come il suo impegno di responsabile del primo soccorso l'abbia portato ad assistere in 30 anni sull'isola siciliana circa 350mila persone, nella grandissima maggioranza giunte attraversando il Mediterraneo.

"Tanta gente è morta per avere una vita un po' migliore che nel suo Paese" dice Bartolo. "Se scappano la responsabilità è nostra, del mondo occidentale, che si è arricchito alle loro spalle e che ha considerato il loro continente come un ipermercato dove tutto è gratis". L'eurodeputato, del Partito democratico, cita un dibattito all'assemblea di Strasburgo e la tesi avanzata da una deputata secondo la quale l'Europa spetterebbe agli "europei".

"Una persona davvero piccola" accusa Bartolo: "Noi abbiamo fatto tutto quello che abbiamo voluto 'a casa loro'; e siamo stati noi ad andare prima da loro, non il contrario". Nel suo intervento, in riferimento al Premio Focsiv, l'eurodeputato evidenzia il valore della solidarietà e del lavoro dei volontari, a volte molto giovani. "Dopo il 1997 a Lampedusa ne sono arrivati tantissimi, almeno 6mila" calcola Bartolo.

Convinto che il loro esempio vada contrapposto a cattiva politica e falsificazioni, anche semantiche. "Oggi spesso si parla di clandestini, di migranti economici, di migranti climatici" denuncia il parlamentare. "Ultimamente li chiamano flussi, ma invece sono persone, donne, uomini".

Bartolo, che si definisce "il medico che ha fatto più ispezioni cadaveriche al mondo", richiama infine le responsabilità dell'Italia. "Gli accordi con la Turchia sono stati sottoscritti dall'Europa – denuncia il deputato – ma quelli con la Libia, con criminali e delinquenti, sono stati firmati direttamente da noi". (Vig/Dire) 

 

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