Migranti, ecco cosa intende il governo Meloni con “Carico Residuale” e “Sbarco Selettivo”
Le frasi pronunciate da Piantedosi e Salvini sono servite a descrivere l’approccio usato con le tre navi delle Ong
Dopo che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha preso la decisione di non far sbarcare in Italia tutti i naufraghi a bordo delle tre navi delle Ong arrivate sulle nostre coste, il fronte della sinistra parlamentare, (Pd, Sinistra Italiani, Verdi e +Europa) ha fortemente contestato l’approccio del governo e ha richiesto che riferisca sulla vicenda direttamente in Parlamento.
La risposta della sinistra
I massimi dirigenti del Pd, principalmente il segretario Enrico Letta, hanno attaccato il Ministro Piantedosi e il governo Meloni per l’utilizzo dei termini, quali “sbarco selettivo” e “carico residuale”. Il leader democratico ha dichiarato: “Linguaggio inaccettabile per scelte ancor più inaccettabili, contrarie ai principi di umanità e alle regole internazionali”.
Il significato di “Carico Residuale”
Ma in termini tecnici quale è il significato delle due espressioni?
Il Ministro Piantedosi ha utilizzato il termine “Carico residuale” riferendosi a quegli uomini a bordo dell’Ong tedesca Humanity 1, che non trovandosi in una situazione di cattive condizioni psico-fisiche, a cui non hanno prestato soccorso dal momento che il governo ha deciso di far sbarcare donne, bambini e malati.
Il termine “Sbarco Selettivo”
Invece la definizione di “Sbarco selettivo” è stata usata sia dal Ministro Piantedosi che da Matteo Salvini per “dividere” i migranti presenti nelle navi, che si baserebbe quindi nel suddividere le persone in cattive di salute psico-fisica e quelle in buone condizioni per dare così la possibilità di essere salvati solo alle prime. Le altre, secondo il governo, dovrebbero restare sulle navi per tornare indietro o negli Stati di cui le Ong fanno parte.
Medici Senza Frontiere, che insieme alla Geo Barents ha attraccato nel porto di Catania con a bordo 572 naufraghi ha affermato: “Lo sbarco selettivo e parziale, come quello proposto dalle autorità italiane, non è da considerarsi legale secondo le convenzioni di diritto marittimo”.