Milano la città più pericolosa, Roma quinta: La classifica dei quartieri più pericolosi d’ Italia
Roma è sette volte più grande di Milano. Vive gli stessi problemi di Milano ma in misura ridotta, anche se potrebbe sembrare non sia così
Milano città meno sicura di Roma. Almeno per le strade attorno alla Stazione Centrale, a piazza dei Mercanti, nei quartieri più periferici. Borseggiatrici, baby gang, spacciatori, immigrati non integrati e senza lavoro, manovalanza per la criminalità organizzata. Confronto con altre città d’Italia e classifica dei quartieri urbani più pericolosi del paese.
Milano sta per arrivare al limite di sopportazione. Ci sono molte zone in cui la gente è in pericolo, può subire furti e aggressioni, specialmente se sono donne sole.
In un ascensore della Stazione Centrale di Milano un ragazzo di 27 anni ha aggredito una donna di 36 e ha tentato di violentarla. Erano le 5.40 del mattino del 27 aprile. La donna doveva prendere un treno per Parigi ma l’uomo l’ha costretta, l’ha strattonata, l’ha palpeggiata e l’ha presa a schiaffi. Le telecamere hanno ripreso tutta la scena e consentito alla Polizia di individuare il colpevole. Nelle riprese di servizio si è vista la donna in lacrime ignorata da alcuni passanti finché qualcuno si è commosso e ha chiamato un vigilante.
La Stazione Centrale di Milano è il luogo preferito per le aggressioni contro donne e persone sole
Di questi casi, di aggressioni a donne sole ma anche a ragazzi, persone anziane, per strappare loro un telefono, un portafoglio, scippare una borsa, ne succedono continuamente. Nella metro le borseggiatrici spesso zingare, vestite come turiste, si confondono tra la folla che entra e che esce dalle stazioni. Un uomo sui 30 anni del Bangladesh si fa dare i ticket dai passeggeri che escono dalla metro. Sono biglietti validi 90’ e costano 7,60€ ma lui li rivende a 2€. È illegale ma intanto ci campa, riesce a raggranellare 35 € al giorno. La Polizia lo ferma ma si è già liberato dei biglietti vecchi. Non lo possono fermare.
La Polizia non può essere dappertutto, ci vuole l’aiuto dei cittadini
Ci sono viaggiatori, anche uomini, che girano con lo spray al peperoncino. L’unica arma di difesa efficace che più di tanto non danneggia l’aggressore ma lo dissuade dal continuare e permette alla vittima di scappare indenne. D’altra parte non è che la Polizia può essere presente ovunque. Allora ci sono squadre di City Angel, una sorta di agenti volontari, con una vistosa camicetta rossa, che possono solo far cambiare idea al male intenzionato, senza arrestarlo. Per questo devono chiamare la Polizia.
La Stazione Centrale ha un sistema di controllo gestito dalle Forze dell’Ordine, con 600 telecamere che registrano tutto quello che vedono. Ma è umanamente impossibile controllarle tutte in diretta. Possono solo servire per risalire alle dinamiche dei fatti e rintracciare gli aggressori.
La riforma Cartabia ha peggiorato le cose e certi reati non vengono perseguiti
Pasquale Griesi, della segreteria del sindacato di Polizia sostiene che:” Se non si comprende che la certezza della pena è fondamentale, che non è una battaglia con un colore politico, non risolviamo nulla. Dal 16 gennaio al 27 aprile la Polizia in Centrale ha controllato 45mila persone, con 633 denunciati e 50 arrestati. Se ora andiamo in stazione li ritroviamo tutti lì. Pur avendo fatto loro un’ordinanza del Questore, una denuncia, non c’è seguito. Siamo al punto che quando la Polizia fa i controlli loro insultano, prendono in giro, denigrano il poliziotto. Come ultimo regalo abbiamo avuto la riforma Cartabia, per cui molti reati sono diventati a querela di parte. Dovremmo cercare il cittadino che faccia la querela di parte!”
È evidente che nessun cittadino si espone a querelare un aggressore, il rischio di pagarla cara la volta prossima che passa in stazione è grande. In pratica è come se si dicesse che certi reati non interessano più lo Stato. Ma questo crea disorientamento nel cittadino, non c’è più fiducia nel diritto penale e il cittadino è costretto a farsi giustizia da solo. Tutto ciò scatena ancora più violenza. Non so se c’è un disegno dietro la riforma Cartabia per aumentare l’insicurezza ma parrebbe proprio fatta apposta.
In Italia, anche riguardo alle immigrazioni abbiamo leggi che sembrano studiate per creare le condizioni di non integrazione anche di chi vorrebbe lavorare e farne un clandestino, uno che per mangiare non può che delinquere. Questo aumenta la paura e l’insoddisfazione degli Italiani, che spesso credono a dei luoghi comuni sparsi ad arte per seminare l’odio. Come il fatto che verrebbero dati 35€ al giorno agli immigrati. Falso. Ogni immigrato al massimo riceve 2,50 € al giorno dallo Stato. La spesa dei 35 € è per le organizzazioni che li assistono, danno loro vestiti, cure, un riparo, da mangiare.
Le aggressioni sono a sfondo sessuale, per rubare una catenina o senza motivo
A giugno una studentessa di 22 anni sta tornando a casa in zona Conciliazione, ore 20,15 quando un uomo la segue. La ragazza è vestita con una tuta non ha addosso gioielli, quindi pensa di poter essere oggetto di una violenza sessuale. L’uomo la minaccia ma la ragazza corre e in 500 metri raggiunge il portone della casa dove vive ma lui la raggiunge ed entra con lei. L’aggredisce ma il portiere dello stabile universitario, che stacca alle 22.30, ha la prontezza di fermare l’uomo e cacciarlo. Le telecamere l’hanno ripreso, i carabinieri possono rintracciarlo. È un italiano sui 55 anni. A riprova che le violenze sono maschili non etniche.
Il 31 luglio Maria Federico, 21 anni, è stata aggredita da uno sconosciuto che sulla strada di casa voleva rubarle borsa e telefono. È accaduto alla Bovisa, lei stava rientrando dal lavoro. Fa la cameriera in un locale di Porta Venezia ma anche studentessa di fashion design al Politecnico. “Non ti do niente, te ne devi andare” gli ha urlato, ma lui ancora, giù sul marciapiede a colpirla, strattonarla, calpestarla. Erano le 3.40, attorno più nessuno in via Brofferio, vicino al Tigros: lei scalciando, lui sopra, infierendo. Un uomo di origine egiziana di 29 anni. Due volanti della polizia lo fermano, poi arriva l’ambulanza per portare la ragazza all’ospedale. Si chiama Mario Boselli la persona aggredita sempre a Porta Venezia a fine luglio, gli hanno strappato la catenina dal collo. La zona è diventata chiaramente ingestibile.
Neanche se si è accompagnati si può stare più sicuri
Anche se si è in due ormai non è più sufficiente. L’aggressore si fa più violento. Primo ottobre. In via Savona, intorno alle 4.30 del mattino vengono feriti un 20enne e un 31enne Alla stessa ora e a poche centinaia di metri di distanza, in via Giambellino, c’è stata un’altra aggressione: ferito un 33enne. Lo scorso 2 settembre alla fermata del tram in corso di porta Vittoria due ragazzi di 17 e 18 anni sono stati aggrediti da un 47enne italiano, senza un motivo. La violenza è esplosa verso le 17.30 mentre i due aspettavano il tram alla fermata in centro città. Improvvisamente, stando a quanto ricostruito dagli agenti, l’aggressore, con precedenti penali, si sarebbe avvicinato e avrebbe colpito entrambi con una bottigliata alla testa. Lo hanno bloccato agenti delle volanti.
Nei pressi del Duomo, a Piazza dei Mercanti e nella Piazzetta della Loggia, anche di giorno, le baby gang si picchiano tra loro, aggrediscono i passanti e mandano in frantumi le vetrine dei negozi. Ormai bisogna tenere le serrande abbassate, è inutile sostituire i vetri.
Bande di adolescenti
Le bande di adolescenti, tra i 12 e i 15 anni, si raggruppano attorno ai loro idoli, i rapper, che “cantano”, diciamo così, canzoni i cui testi inneggiano ai soldi facili e ai vestiti griffati. Vogliono godere il benessere consumistico senza fatica, rubando e prendendosi quello che piace loro. I loro nomi sono noti alla Polizia: Rondodasosa, Mikush, Paky, Sacky, Keta, Nema o anche Seven Zoo.
Nei testi dei loro brani dicono la verità, ma quale verità? Quella di una voglia di ribellarsi alla miseria e alla marginalità, di conquistare il benessere in maniera facile e veloce, rubando. In fondo è lo stesso principio della Banda Vallanzasca, dei rapinatori anni ’60. Solo che loro erano più grandi e usavano il mitra per rapinare le banche, rischiando anche qualcosa. Questi rapinano coetanei e vecchiette o violentano ragazze credendosi così dei fenomeni. Invece restano degli emarginati destinati a fare una brutta fine, se non cambiano strada.
Se gli uomini non vegliano sulla donna loro familiare o amica, malviventi possono aggredirla
Le borseggiatrici entrano in azione anche a Corso Buenos Aires. Ladruncoli e perditempo si avvicinano e chiedono soldi, se ti rifiuti ti prendono a male parole e ti spuntano addosso. Dovunque passano ragazze sole o con qualche amica ci può essere l’aggressore che si fa avanti con frasi oscene e arroganza, allungando le mani. La logica degli aggressori, che siano islamici o cristiani è sempre la stessa: sei una donna sola e io posso abusare di te. Se la tua famiglia voleva proteggerti non ti lasciava uscire. Una logica stringente, che rispecchia quelli che dicono che “le donne non dovrebbero uscire di casa per non incontrare il lupo”. Aberrante modo di pensare, tanto più se a dirlo sono comunicatori che fanno i giornalisti, senza grandi meriti, evidentemente.
Quindi la donna non sarebbe nel pieno delle sue libertà uscendo di casa e camminando per strada a qualsiasi ora, sola o con un’amica, vestita come le aggrada. Deve sottostare a una legge maschilista per cui è sempre proprietà di qualcuno, i maschi della sua famiglia o altri. Infatti dove la famiglia, padri e fratelli, la lasciano libera altri possono intervenire per abusarne e violentarla. Il bello che questa mentalità non viene neanche nascosta, non se ne vergognano, la si afferma come una sorta di regola per stare al mondo, a qualsiasi latitudine, tanto a Il Cairo come a Milano.
Milano la città più pericolosa del 2022, Roma solo quinta
La capitale economica detiene il primo posto della classifica di città più pericolosa d’Italia. Perché qui si verificano il maggior numero di azioni criminali e di reati. Nel 2022 ci sono state 8.500 denunce per reati ogni 100mila abitanti. La maggior parte di questi atti riguardavano rapine all’interno di edifici o furti di auto parcheggiate. Qui si mettono insieme tutti i reati non solo le aggressioni e le violenze per strada. Vuol dire che c’è un tessuto delinquenziale più ampio dove proliferano anche le baby gang.
Il numero totale degli omicidi è in calo rispetto ai dati di riferimento degli anni precedenti. Così è pure furti e rapine sono diminuite. Un dato in costante crescita è quello che riguarda, invece, le truffe informatiche che si verificano nel territorio milanese. Riguardo alle aggressioni e agli scippi c’è da dire che molti evitano di denunciare per non subire ritorsioni e perché non credono che la giustizia possa proteggerli. Un dato molto preoccupante. Anche perché induce i cittadini a correre ai ripari da soli. Sono aumentati le dotazioni di sistemi di allarme e gli impianti di videosorveglianza privata, rinforzi a porte e finestre, le stipule di contratti di assicurazione contro rapine e furti.
Dopo Milano le città con maggior numero di reati sono Rimini e Bologna. Nella città romagnola le denunce sono state 8.000 per 100mila abitanti nel 2022. Soprattutto borseggi e furti negli appartamenti. Anche il numero delle violenze sessuali è in crescita e Rimini è al primo posto in Italia per questo dato.
Bologna è terza con 7mila denunce per ogni 100mila abitanti. Qui i reati sono per lo più rapine, truffe e scippi ma anche reati finanziari. Al quarto posto Torino con 7mila denunce per furti, borseggi, danneggiamenti, crimini contro le proprietà e le persone.
Roma: i turisti i più colpiti. Un monito in vista del Giubileo
Roma è sette volte più grande di Milano. Eppure vive gli stessi problemi ma in misura ridotta, anche se potrebbe sembrare non sia così. Attorno alla Stazione Termini e in alcuni quartieri degradati della Capitale si verificano atti illegali ma non nella quantità e nella efferatezza che registriamo a Milano. Per il 2022 sono state registrate 6.600 denunce ogni 100mila abitanti.
Principalmente per furti e violenze. A essere maggiormente colpiti sono stati i turisti che ogni anno affollano il centro storico e i mezzi di trasporto della città eterna. Spesso ignari o distratti dalla bellezza dei monumenti, vengono sottratti loro portafogli e altri effetti personali. In diminuzione, invece, i reati ancora più violenti come violenze sessuali e omicidi (sia volontari che involontari).
La classifica delle 10 città più pericolose d’Italia de Il Sole24Ore viene realizzata ogni anno e si basa sulle denunce che vengono presentate dai cittadini italiani e dai turisti ai comandi delle Forze dell’Ordine nel corso dell’anno precedente alla pubblicazione.
La classifica dei quartieri più pericolosi delle città italiane
Spesso il degrado, lo stato di abbandono di un quartiere urbano decretano la sua pericolosità per la tendenza dei suoi abitanti a sbarcare il lunario attraverso attività illegali e a non consentire alla polizia di avvicinarsi alle abitazioni, tante quelle abusive, che occupano.
Secondo i dati che fornisce annualmente il Governo italiano, tramite il Ministero dell’Interno, si può realizzare una classifica che riguarda i quartieri con un tasso più elevato di pericolosità.
Al primo posto c’è Librino, situato nella zona periferica della città di Catania. Si tratta di una vera e propria roccaforte di spaccio di droga e di traffico di armi, oltre che di casi di furti e omicidi. Al secondo posto lo Zen di Palermo. Un’area caratterizzata in modo particolare da abbandono e incuria. Costanti sono i reati di spaccio che avvengono a ogni ora del giorno, in un contesto in cui gli abitanti vivono in condizioni di degrado e circondati da rifiuti di ogni genere.
Al quarto posto Corviale, considerato uno dei più pericolosi di Roma. Qui, lo spaccio di droghe pesanti avviene sotto gli occhi di tutti.
Al quinto posto c’è Quarto Oggiaro a Milano. In questo contesto viene fatta girare una delle droghe più pericolose al mondo, la metanfetamina.
Contrariamente ai luoghi comuni sul gradino più basso del podio troviamo Forcella, quartiere di Napoli che, con Scampia e i quartieri Spagnoli, rappresenta il centro dell’emarginazione e della microcriminalità del capoluogo campano.
Foto di Adriano Di Benedetto