Milano, liceo con bagni no gender. Imma Battaglia: “Progredisce il Paese”
La leader del movimento LGBT in Italia: “La politica ascolti i movimenti giovanili. Soffrono disagi delle generazioni precedenti”
Preparare un nuovo passo, un nuovo percorso. All’insegna del rispetto. Con il piglio di una nuova conquista, una nuova opportunità. E’ quanto avviene al liceo artistico Brera di Milano, dove da qualche giorno non esistono più i bagni dei ragazzi e delle ragazze. Esistono i bagni no gender, neutri, privi cioè dell’identificazione di genere.
Una nuova visione
Niente più sagome sulle porte, un nuovo cammino di inclusione espresso anche anche sui servizi igienici. Un’iniziativa all’insegna della tolleranza, che consente ai più giovani di esprimere la volontà di non essere incasellati, definiti, distinti. Un provvedimento che tuttavia è andato incontro a critiche, perché ritenuto troppo spinto in avanti.
Gli studenti Alias
Al liceo Brera è anche possibile decidere il nome da utilizzare all’interno del registro elettronico di classe. Si chiama Alias, è una sorta di specificazione che consente agli allievi di non comparire con il nome anagrafico, figlio del suo suo sesso biologico. Ciò per non costringere a spiegare tutte le volte al professore di turno la personale transizione.
A poche ore dall’insediamento del nuovo governo, è una realtà praticabile? Può diffondersi ulteriormente o è destinato a rimanere uno dei pochi esempi isolati, presenti all’interno del sistema scolastico italiano? Per saperne di più abbiamo fatto una chiacchierata con Imma Battaglia, leader del movimento LGBT in Italia.
“Tutte le volte che un’istituzione, come quella scolastica, raccoglie i cambiamenti della società e agisce per il benessere degli allievi, progredisce il Paese – ci dice l’attivista e politica italiana – in quanto mette le persone nelle condizioni di proiettare il futuro, rimanendo in Italia. E soprattutto, pone esse a proprio agio nella propria condizione. E’ un passo ancora più importante, soprattutto in un momento di numerosi cambiamenti, di governo e istituzioni. Stanno dando segnali di rifiuto, su un avanzamento di identità di genere fluida“.
“La scuola lavora con i giovani e la consapevolezza del dinamismo dei generi è propria dei giovani” – ci dice ancora l’ex consigliere comunale di Roma – “le generazioni che superano i trent’anni non hanno avuto la fortuna di trovarsi in età di adolescente con una scuola avanzata. Oggi il tema del gender fluid è una conquista della generazione Z“.
“Da un punto di vista di lotta e salvaguardia di queste conquiste, sarà più efficace. Una politica come quella di ora, che vuole far attenzione alla denatalità, deve prestare ascolto ai movimenti giovanili. Si è trovata davanti a giovani studenti che vivevano disagi e chiedevano una manifestazione di identità di genere. Lo fanno, perché hanno sofferto i disagi delle generazioni precedenti“.