Mimmo Politanò ricorda Francesco di Giacomo
Che strano è quello che accade da un po’ di tempo: molti artisti muoiono proprio durante il Festival
Che strana cosa è quello che sta accadendo da un po’ di tempo in qua: molti artisti muoiono proprio durante il periodo di Sanremo.
Ieri un’altra morte, quella di Di Giacomo, mi ha turbato il cuore.
Ho conosciuto Francesco, come spesso capita a noi musicisti, in una sala d’incisione. Poi, ci siamo frequentati, saltuariamente, perché egli veniva a incontrare una comune amica (all’epoca) figlia del gran giornalista, Alfredo Pigna, nel mio palazzo, in Via Sandro Sandri. Ricordo che arrivava sempre con strumenti. Da Cinzia si faceva musica. Buona musica.
Mi resta di lui la capacità comunicativa che aveva. Tra tutti i ‘divi’ da me conosciuti e frequentati, Francesco era forse uno dei meno ‘divi’ e senza dubbio uno dei migliori. Non era, come si suol dire, un ‘montato di testa’; uno di quelli che per aver scritto qualche canzone di successo, si sentiva un dio in terra. Era semplice, davvero.
Mi spiace sapere che egli sia morto, e soprattutto, a causa di un mancamento che gli fatto perdere, sembrerebbe, il controllo della macchina. Spesso penso a quanto sia sottile il passaggio dalla vita alla morte.
Un uomo, oggi, a sessantasette anni, è come un quarantenne di un ventennio fa; è vitale, pieno di idee. Lo dicevo ieri per la morte di Borgna: molti uomini non dovrebbero morire mai. E Francesco, per me, era uno in più tra questi.
Infine, ci resterà la sua arte, la sua voce unica, per timbro e modo d’uso; ci resterà la sua figura, un misto simpatico di personaggio fiabesco e santone; ci resterà semplicemente un bel ricordo. E la certezza che le sue canzoni, non finiranno d’essere ascoltate, per tanti anni ancora.
Adios Francesco