Molestie Alpini, procura Rimini richiede archiviazione
La Procura della Repubblica di Rimini ha richiesto l’archiviazione dell’indagine per molestie all’adunata degli Alpini dello scorso maggio
“Molestie e reati inesistenti, giornalisti e comunisti chiedano scusa a tutti i gloriosi e generosi Alpini!”. Così il segretario della Lega Matteo Salvini, in un tweet apparso poco fa per commentare la richiesta di archiviazione da parte della procura della Repubblica di Rimini in merito all’indagine sulle molestie subite da una donna, nel corso dell’adunata degli Alpini tenutasi il 7 e l’8 maggio a Rimini e a San Marino.
I fatti
Durante la manifestazione, circa un centinaio di donne avevano testimoniato di aver subito molestie e abusi da parte di alcuni dei partecipanti all’adunata nazionale degli Alpini. Le segnalazioni lamentavano comportamenti inappropriati con molestie verbali e fisiche sessiste, perpetrate proprio all’indirizzo delle donne presenti all’evento.
Elementi non sufficienti per identificare gli aggressori
Secondo la Procura di Rimini, non ci sarebbero abbastanza elementi per identificare i presunti colpevoli. Questo poichè era stata depositata una sola denuncia formale, effettuata da una venticinquenne. Per gli inquirenti inoltre, il numero elevato di partecipanti, sommato alla copertura solo parziale delle immagini fornite dalle telecamere di sorveglianza nella zona, non lascerebbe determinare con certezza l’accaduto.
“Donazzan: “Polemica montata ad arte”
“Non ho mai avuto alcun dubbio sul fatto che tutta questa polemica, montata ad arte da certa politica e da certa stampa, prima o poi si sarebbe sgonfiata”, questo il commento dell’Assessore Regionale del Veneto ed esponente di Fratelli d’Italia Elena Donazzan, che aggiunge “mi auguro e mi aspetto che tutte coloro che si sono lavate la bocca ed in maniera improvvida e colpevole hanno lanciato accuse o insinuato dubbi sugli Alpini ora chiedano scusa”.
Non una di meno: “Decisione che non ci meraviglia”
“La notizia della richiesta di archiviazione non ci meraviglia” fanno sapere da “Non una di meno”, l’associazione e organizzazione politica contro la violenza di genere. “Stiamo verificando se con la documentazione e le testimonianze necessarie che stiamo raccogliendo possiamo presentare un esposto in procura e se ci sono le condizioni per una denuncia”.
Una questione che fa riflettere
Tempi dilatati, generalizzazioni, sminuimenti.
Una vicenda che certo non fa sorridere, a prescindere dal punto di vista che si intende condividere.
Diventa grottesco e al limite del sostenibile poi, appurare come ancora oggi si verifichino episodi per i quali risulta impresa ardua la determinazione con piena circostanza di tempi e di luoghi, dell’effettiva concretizzazione di accadimenti del genere. Soprattutto perché, è bene considerarlo, attraverso queste vicende si rischia di scoraggiare le vittime, fomentando omertà, solitudine. E la sempre più rischiosa convinzione, di veicolare un errato messaggio. Quello cioè, di non disporre di soluzioni di difesa atte a evidenziare l’unica vera possibile vincitrice di queste diatribe: la verità.