Monica Lozzi: insulti vergognosi dopo l’uscita dal M5S. La nostra intervista
Monica Lozzi correrà alle prossime elezioni comunali con una lista civica sostenuta da Gianluigi Paragone, dopo l’annuncio gli insulti
Sono passati due giorni dall’annuncio di Monica Lozzi della sua uscita dal Movimento Cinque Stelle. La presidente del Municipio VII di Roma Capitale ha tagliato il cordone ombelicale, ultimamente sempre più esile, che la teneva unita al partito politico fondato da Grillo e Casaleggio nel 2009.
Ormai era chiaro a tutti chi fosse la maggiore oppositrice interna a Virginia Raggi. Monica Lozzi ha comunicato la sua decisione attraverso un post pubblicato sulla sua pagina Facebook. E oggi la ex grillina torna a scrivere sul social media raccontando della sua decisione e dei numerosi commenti offensivi che l’hanno seguita.
Insulti irripetibili, parole che sembrano scagliate non da avversari politici ma da menti turbate. Epiteti volgari, frasi che feriscono la dignità di donna. Tra i commenti meno pesanti: “Lurida verme”, “Mi dispiace sei troia, lo dicono le carte!”, “Sei di merda come la tua faccia”. Senza parole.
Monica Lozzi correrà, come ha dichiarato lei stessa, alle prossime elezioni comunali con una lista civica sostenuta da Gianluigi Paragone. L’ex senatore M5S ha fondato e lanciato il nuovo partito Italexit.
Monica Lozzi ci parla della sua uscita e degli insulti sui social
“Non correrò, non mi apparenterò con i partiti né di destra né di sinistra. Da mesi ormai ho esternato il mio malumore all’interno del Movimento perché non c’è condivisione di temi, non ci sono spazi democratici di confronto. I territori avevano perso valore; le persone che lavoravano nelle istituzioni a livelli più bassi chiedevano confronti, aiuti, ma hanno sempre avuto la porta chiusa. E questo si è sentito più forte su Roma, infatti non avendo fatto lavoro di squadra i risultati sono stati quelli che sono. Noi come Municipio VII abbiamo lavorato molto bene”, confida orgogliosa la minisindaca.
Una reazione sui commenti oltraggiosi apparsi sui Social, che cosa è successo?
“A parte le critiche di attivisti del Movimento ma è normale, uscendo era logico, invece ci sono stati in alcuni post dei commenti estremamente volgari, violenti, sessisti e misogini. In quel caso ho girato tutto ai carabinieri e ho voluto fare presente in un post che queste persone mi fanno pena, mi fanno sorridere perché fortunatamente sono una donna pensante e quindi le scelte che faccio le maturo dopo averle valutate.
Quello che disturba nel 2020 è che quando una donna in politica fa qualcosa che non piace, viene subito insultata da un punto di vista sessista invece che sul lato professionale. Si poteva tranquillamente criticare la scelta in altro modo, e quindi ho scritto il post per mettere in evidenza che le donne vengono giudicate non per le loro capacità ma per altro, e questo è vergognoso. Non è cambiato molto dagli anni ’50 del secolo scorso”.
“Amo Roma, ho un programma per questa città”
“Io vado avanti per la mia strada, voglio presentare un programma per Roma, perché amo questa città, e non me ne frega niente del resto. Qualcuno dice che lo faccio per i soldi, perché non mi sono tagliata lo stipendio.
Non sanno che un presidente di municipio non era tenuto a tagliarsi lo stipendio perché è nettamente inferiore al limite per il quale è previsto il taglio dello stesso. Qualcuno ha detto che sono una parlamentare messa dal M5S , ma non sono neanche questo, purtroppo le persone ripetono come ipnotizzate dei mantra che vengono fatti passare per verità”, conclude Monica Lozzi.
Ecco il post pubblicato oggi, 25 luglio, su Facebook dalla presidente del VII Municipio di Roma Capitale:
“Dopo il mio annuncio di uscita dal M5s, quelli che leggete in foto sono alcuni dei commenti ricevuti, oltre naturalmente a tanti altri di sostegno. Qualche anno fa mi sarei arrabbiata, mi sarei sentita offesa… Oggi mi fanno ridere e provo una gran pena per coloro che ritengono che l’unico modo per colpirmi come politica sia quello di offendermi come donna.
Sono una persona libera e pensante e faccio le mie scelte consapevolmente, pronta a confrontarmi con chiunque, con spirito costruttivo, voglia farlo. Purtroppo non sono molto brava a dialogare con chi, non essendo in grado di articolare frasi di senso compiuto, usa parole volgari e frasi molto spesso sgrammaticate per colpirmi.
In questo caso preferisco ‘bannare’ e denunciare. E sì cari miei, con un solo clic posso eliminare ogni traccia di voi dalla mia vita relegandovi nell’ oblio della rete e denunciandovi.
Vi ricorderete di me guardando il vostro conto in banca volatilizzarsi, mentre io userò i vostri soldi per sostenere tutte quelle realtà che si battono in difesa delle donne vittime di violenze verbali, psicologiche e fisiche. In politica, al di là degli schieramenti di appartenenza, siamo tante, forti e solidali.
Abbiamo imparato a farci strada con la forza delle nostre idee e siamo inarrestabili. Voglio concludere questo mio pensiero citando Charlotte Elizabeth Whitton: fu la prima donna sindaco di una grande città del Canada, dal 1951 al 1956 e di nuovo dal 1960 al 1964: ‘Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per essere giudicate brave la metà. Per fortuna non è difficile’. Tante cose sono cambiate da allora ma non ancora abbastanza!”
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