Monolite al Circo Massimo, dopo 4 mesi il dissequestro
Roma ci ha messo 2 mesi per accorgersi dell’installazione abusiva. Ma la protesta è stata compresa?
Ve la ricordate la storia del monumento al Circo Massimo? Romait l’ha seguita molto da vicino, e ha incontrato anche l’autore dell’impresa tanto epica quanto provocatoria, l’artista Francesco Visalli. Rinfreschiamo a tutti la memoria.
Era il 27 gennaio, e a Roma Visalli si autodenunciava per aver commesso un atto di abusivismo, ovvero per aver installato nei pressi del Circo Massimo un monolite dedicato all’artista olandese Mondriaan, senza che nessuno se ne accorgesse. Una protesta, quella dell’artista, durata circa 2 mesi, dalla notte fra il 24 e il 25 novembre – quando Visalli e alcuni suoi collaboratori con un camion si dirigevano fino alle sponde del Circo Massimo per installarvi il monolite 2,50×2,50 – fino al 27 gennaio – quando l’autore dell’opera e della protesta si autodenunciava, costretto a farlo perché nessuno, fino a quel momento, dopo 2 mesi, era andato a chiedergli il conto di quanto stesse succedendo. Gli organi preposti alla tutela dei nostri beni culturali e del nostro patrimonio artistico, gli esponenti dell’amministrazione comunale, l’ex assessore alla Cultura Flavia Barca… niente, nessuno si era fatto la domanda più banale: ma ci saranno le autorizzazioni? Nemmeno in occasione del sopralluogo per le celebrazioni del Capodanno era sorto il dubbio. E allora, ecco che Visalli si autodenuncia, arriva anche un servizio a Tg5, con il quale l’artista era in contatto, e da quel momento in poi la notizia ha fatto il giro dei vicoli di Roma per arrivare dritta in Campidoglio, e anche fino ai banchi del Ministero. Gli amministratori comunali e quelli de governo subito prendevano i microfoni e dichiaravano che il monumento sarebbe stato rimosso perché abusivo. Beh, grazie tante dell’informazione. Ma quel monumento, sotto il loro naso, c’era stato per 2 mesi. I motivi della protesta, li abbiamo già spiegati con le parole dello stesso Visalli, che abbiamo incontrato nella sua abitazione qualche mese fa. Rimandiamo a questo articolo.
Il monolite, che rientra, come abbiamo spiegato, in un progetto molto più grande che l’artista Visalli sta portando avanti, poi, è stato sequestrato. E, “dopo 4 mesi e mezzo di lunga prigionia” – ci spiega Visalli – “è stato finalmente liberato!”. Il monumento a Mondriaan quindi è ora dissequestrato, e Visalli lo ha fatto trasportare in un’officina fuori Roma, dove sarà sottoposto ad alcuni interventi di restauro. Perché, dopo tutto questo tempo, l’opera sicuramente qualche ‘danno’ l’avrà subito. A cosa è servito, dunque – chiediamo noi, ma si chiede anche Visalli – tenere il monolite in deposito tutto questo tempo? In attesa di una risposta, osserviamo e foto del viaggio del monolite verso l’officina. Ironia della sorte: l’opera è passata, lungo il tragitto, lì dove tutto è nato, davanti al Circo Massimo. E per rimanere in tema di abusivismo, il chiosco abusivo era lì quando il monolite è stato installato, era lì quando il monolite è stato rimosso, ed è lì ancora oggi. Ma la differenza è che il gesto di Visalli nasconde dietro di sé un mondo intero, di denunce, di avanguardia, di protesta, di arte. Quello dei chioschi, beh, solo una gestione poco trasparente di un giro di affari enorme. E allora una domanda è di dovere: dal novembre de 2013 ad oggi, dopo tutto questo marasma e 4 mesi in cui chi-di-dovere ha avuto tempo e modo di riflettere, qualcosa è cambiato? La lezione è stata imparata?