Monumenti di Roma: il misterioso arco di Giano vicino a San Giorgio al Velabro
Come quasi tutti monumenti romani, anche l’arco di Giano è stato saccheggiato e gran parte dei fregi e dei rilievi sono stati estirpati
L’arco di Giano è il nome che gli fu dato dagli studiosi del cinquecento un arco trionfale tetrapilo, presente a Roma nella zona del Foro Boario, oggi vicino alla chiesa di San Giorgio al Velabro.
L’Arco di Giano non è un arco trionfale
Non è da considerarsi un arco trionfale, sotto il quale passavano gli imperatori dal ritorno dal trionfo, ma era una struttura destinata ai mercanti: negli antichi mercati romani vi era un luogo dove si riunivano generalmente i banchieri per definire le proprie contrattazioni. Esistono diverse tipologie di archi anche in altre città dell’impero romano.
Il nome di quest’arco deriverebbe dal fatto che vi erano quattro porte (i quattro ianui), da cui entravano coloro che dovevano contrattare. Un’altra ipotesi è che questo arco fosse dedicato al Dio Giano, antico dio dei latini, che regnava sull’Olimpo latino insieme alla moglie Iuno, cioè Giunone. Quest’ultima ipotesi negli studi moderni non viene considerata più corretta.
È invece abbastanza certa da data di costruzione, il IV secolo d.C, risalente al periodo di Costanzo II imperatore.
Un monumento celebrativo a memoria di Costantino
Il nome originario dell’arco era infatti Arcus Divi Costantini, perciò facilmente collegabile alla famiglia dell’imperatore dell’impero romano, Costantino.
L’arco risulta inoltre edificato in gran parte con marmi e materiali di spoglio, provenienti da altri edifici. Il monumento sorgeva su un ramo della cloaca massima. L’edificio, di pianta quadrata, è costruito in travertino e marmo bianco, con quattro pilastri molto massicci, all’esterno presentano una doppia fila di nicchie dove probabilmente erano sistemate altrettante statue.
La volta è a crociera. Probabilmente al di sopra dell’arco doveva essere presente un attico e un tetto, la cui forma è ancora oggetto di discussione, ma che doveva essere rivestito in marmo anch’esso. Durante il medioevo venne utilizzato dalla famiglia dei Frangipane, proprietaria dei luoghi, come torre difensiva: è questo il motivo per cui nel corso del 1800 la struttura fu smantellata, perché non ritenuta appartenente al periodo di costruzione originale dell’intero arco. Anch’esso come quasi tutti monumenti romani è stato spesso saccheggiato e gran parte dei fregi e dei rilievi sono stati estirpati. La grande iscrizione, che allude alla figura di Costanzo II, si trova ora nella chiesa vicina di San Giorgio al Velabro.