Morì a 18 anni sulla Pontina per un guardrail danneggiato: le condanne
La richiesta formale di ripristino del guardrail danneggiato è giunta alle autorità competenti solo sei giorni dopo l’incidente mortale
Quasi 12 anni fa, un tragico incidente stradale sulla via Pontina verso Latina costò la vita a Carlo Alberto De Paolis, un giovane di 18 anni di Ardea. L’incidente, avvenuto il 1° novembre 2012, ha portato a un processo con multiple imputazioni.
Le richieste di condanna
Ieri, presso il tribunale di piazzale Clodio, sono state avanzate le richieste di condanna: due anni e otto mesi di reclusione per tutti gli imputati. Tra questi, oltre al conducente diciottenne, figurano l’ex amministratore delegato dell’Astral e quattro dipendenti del Dipartimento VII Servizio Tecnico della Viabilità II Sud della Provincia di Roma, accusati di non aver provveduto alla manutenzione del tratto stradale incriminato.
La dinamica dell’incidente
L’incidente che costò la vita a De Paolis avvenne nelle prime ore del mattino, in condizioni di forte pioggia. L’auto, con a bordo cinque amici, uscì di strada precipitando per oltre 34 metri in una scarpata. Il conducente, neopatentato, aveva un tasso alcolemico leggermente superiore al consentito e guidava un veicolo non autorizzato per la sua patente.
Non era stato riparato il guardrail
Durante la discussione in aula, l’avvocato difensore del conducente ha dichiarato: “La sola responsabilità non può essere addebitata esclusivamente a Ciurluini perché non stava andando ad una velocità elevata, ma viaggiava sui 50 chilometri orari. Quindi, nel momento in cui è andato a frenare, la forza centrifuga ha annullato quella centripeta, facendo sì che l’auto uscisse fuori strada. Anche la prova scientifica del calcolo della velocità va a suo favore, oltre al fatto che lo 0,01% di alcol nel sangue non incide sulla lucidità alla guida“.
Emerge che la richiesta formale di ripristino del guardrail danneggiato sia giunta alle autorità competenti solo sei giorni dopo l’incidente in cui perse la vita Carlo Alberto De Paolis, con i lavori iniziati il 9 novembre.
Una guerra tra “competenze”
L’avvocato dell’ex amministratore delegato dell’Astral ha argomentato che il suo assistito non fosse coinvolto poiché “non era una questione di sua competenza, visto che non era più ufficialmente amministratore delegato, anche se di fatto continuava a svolgere quella funzione“. Ha inoltre aggiunto che “la Astral era responsabile della manutenzione straordinaria delle reti stradali (in cui rientrava anche la via Pontina), mentre la Provincia lo era della manutenzione ordinaria. Quindi, anche dal capo d’imputazione emerge che la sostituzione del guardrail rientrasse in quest’ultima categoria“.
Dagli atti processuali emerge che l’Azienda Strade Lazio avesse già segnalato più volte alla Provincia di Roma la pericolosità di quel tratto stradale dove perse la vita il giovane De Paolis. Si attende ora la sentenza del tribunale.