Morte Berlusconi, Italo Cucci: “Ha portato felicità, meritava di vivere di più”
Italo Cucci su Silvio Berlusconi: “E’ stato un innovatore, ha cambiato qualunque cosa abbia toccato. In Italia non governi se sei un pirla”
Questa mattina è venuto a mancare Silvio Berlusconi. Lo storico Presidente del Milan si è spento presso l’Ospedale San Raffaele di Milano all’età di 86 anni. Alla guida dei rossoneri dal 1986 al 2017, Berlusconi è riuscito ad ottenere e conquistare ben 29 trofei. Successivamente alla guida del Monza, nel 2022 aveva condotto la squadra Brianzola ad una storica promozione in Serie A.
Un po’ di storia
Il 20 febbraio 1986 Silvio Berlusconi divenne ufficialmente il proprietario del Milan. Berlusconi ha ricoperto la carica di Presidente del club calcistico dal 24 marzo 1986 al 13 aprile 2017. In questi anni la carica è rimasta formalmente vacante dal 21 dicembre 2004 al 15 giugno 2006 e dall’8 maggio 2008 al 1º dicembre 2011. Questo in virtù delle dimissioni all’indomani dell’approvazione di una legge disciplinante i conflitti d’interesse. Il periodo è risalente ai tempi del ruolo di Presidente del Coonsiglio dei ministri.
Il 13 aprile 2017, dopo lunghi mesi di trattative e voci a riguardo, la Fininvest, holding della famiglia Berlusconi, ha comunicato la cessione della totalità delle quote delle quote del Milan in suo possesso, all’imprenditore cinese Li Yonghong.
Il Palmares
Famoso per la spasmodica aspirazione e ricerca del “bel giuoco”, durante il periodo di presidenza Berlusconi, il Milan ha conquistato: 8 campionati italiani, 1 edizione della Coppa Italia, 7 Supercoppe Italiane, 5 Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, 5 Supercoppe UEFA e una Coppa del mondo per Club. Come ricordato, in 31 anni, per un totale di 29 trofei ufficiali in 31 anni.
Calciatori e allenatori amati dai tifosi
Di questi anni si ricordano principalmente le figure di alcuni calciatori rimasti nei cuori dei tifosi rossoneri. Tra questi, il trio di olandesi Marco Van Basten, Ruud Gullit e Frank Rijkaard; ma anche i capitani Franco Baresi e Paolo Maldini. Questi ultimi sono gli unici due giocatori ad aver indossato un numero di maglia non appartenuto più a nessun altro calciatore, dopo il loro ritiro. Tra gli acquisti più illustri, sotto la presidenza Berlusconi certamente l’attaccante Andriy Shevchenko, il trequartista Ricardo Izecson Dos Santos Leite, meglio conosciuto come Kakà, Ronaldinho e Zlatan Ibrahimovic.
Tra gli allenatori certamente le figure di Arrigo Sacchi, Fabio Capello e Carlo Ancelotti.
Abbiamo chiamato il direttore di Italpress, Italo Cucci, per ascoltare un suo pensiero in relazione a una delle recenti figure più importanti del recente panorama sportivo italiano.
Direttore: il Milan, il Monza, l’attenzione nei confronti dello sport. Che personaggio è stato Silvio Berlusconi?
“Assecondando quello che stanno dicendo tutti, semplicemente un personaggio storico. Semplicemente. Ma io lo sostengo da sempre. E’ uno che ha cambiato le cose, ovunque abbia messo le mani. Ha cambiato la televisione, il calcio, la politica. E’ stato un innovatore totale. Qualcuno dirà che ha fatto più danni che altro. Io che ho avuto il piacere di conoscerlo e seguirlo con molto interesse, ho visto tante cose realizzate positivamente. Al punto di poter sopportare quello che ne è venuto fuori negativamente. Quasi sempre dovuto non alla di lui persona, quanto al contorno non sempre felice che aveva. Questo era Berlusconi. Un personaggio assolutamente straordinario. Lo sto ricordando insieme a pochi personaggi del suo rango, come l’Avvocato Agnelli, l’Ingegner Ferrari. E aggiungendo che, mentre tanto Agnelli quanto Ferrari hanno avuto un feedback negativo della loro attività sportivo-imprenditoriale, il Cavaliere non ha mai perso. Con qualcuno poco fa parlavo di Massimiliano Allegri, ricordando che lo stesso ha lasciato al Cavaliere uno scudetto. Poi di lì a poco lo stesso Cavaliere ha deciso che ne aveva abbastanza. Ma ha sempre vinto. In tutto quello che ha fatto”.
Gli effetti dei risultati secondo lei sono esclusivamente ricaduti sulla sua persona?
“I risultati, contrariamente a quello che qualche stolto sostiene, sono stati vantaggiosi non solo per quelli che lavorano nelle sue aziende, ma anche fuori. Se non vado errato, l’unico governo iniziato e finito secondo le regole è il suo. In Italia non governi se sei un pirla. Meritava di campare un po’ di più. In questo momento gli stanno riconoscendo tutti gli onori che meritava e che probabilmente resteranno sullo stomaco di qualcuno”.
Sportivamente si è reso artefice di grandi imprese, spesso accompagnate anche da grandi fanfare e proclami. Come dimenticare il celebre atterraggio dell’elicottero, con il sottofondo della Cavalcata delle Valchirie…
“Era un uomo di cinema, teatro e televisione. Ha inventato alcune delle più belle trasmissioni che venivano trasmesse sulle sue televisioni. Sapeva fare la regia. Ricordo appunto l’arrivo in elicottero quando diventò padrone del Milan, in un’Italia molto provinciale fece scalpore e salutata come una scena di un film. Ha preso in mano un’Italia dozzinale, portando un po’ di progresso non dico nei diritti umani, ma certamente nella felicità di vivere. Credeva moltissimo in quel principio della felicità che fa parte della religione politica degli Stati Uniti”.
E’ oggi il presidente più vincente del calcio?
“C’è una storia con Bernabeu. Lo cito perché una volta ha detto che ebbe il nome dello stadio del Real Madrid quando era in vita, per gentile concessione del dittatore spagnolo Francisco Franco. Berlusconi ebbe modo di dire: “Mi auguro che quando sarò morto, possano dare il mio nome allo stadio”. Se ce la farà, evidentemente, non sarà da vivo”.