Morte del dottor De Donno, la procura apre un’inchiesta: istigato al suicidio?
La procura di Mantova apre un’inchiesta per fare luce sulla morte di Giuseppe De Donno, padre della cura con il plasma iperimmune
La procura di Mantova apre un’inchiesta per fare luce sulla morte di Giuseppe De Donno, padre della cura con il plasma iperimmune. L’ex primario di pneumologia dell’ospedale Carlo Poma si sarebbe tolto la vita. Ma ci sono diversi elementi anomali e incongruenze, che hanno spinto la procura ad approfondire.
Si cerca di capire se ci siano responsabili dietro il suicidio del professore, qualcuno che possa averlo istigato al tragico gesto. Il corpo è stato trovato nella sua casa di Eremo, frazione del Comune di Curtatone, da alcuni familiari, e sembra che il medico si sia impiccato.
Dottor De Donno: Istigazione al suicidio?
Il dottor De Donno, durante la prima ondata dell’epidemia di Covid-19 in Italia, aveva speso tutto se stesso per curare i suoi pazienti con il plasma iperimmune.
Ma negli ultimi mesi, raccontano molti colleghi, era irrequieto, umorale, a tratti sfiduciato o furioso per le difficoltà incontrate nell’iter di approvazione delle cure a base di plasma.
La cura al plasma era diventata nella primavera dello scorso anno l’unica arma contro il Covid, almeno nelle fase iniziali della malattia. In poco tempo diventò il primario più conosciuto d’Italia. Non tutti, però, nel campo della medicina ne erano convinti e così su De Donno si scatenarono polemiche. Lui, però, tenne duro e riuscì ad ottenere una sperimentazione del suo metodo con l’università di Pavia. “La terapia con il plasma costa poco, funziona benissimo, non fa miliardari. E io sono un medico di campagna non un azionista di Big Pharma”, dichiarò a La verità il 15 giugno del 2020. Oggi la sperimentazione su questo tipo di terapia continua il suo percorso di approvazione.