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Motomondiale, Rossi-Lorenzo ultimo atto nella stagione dei veleni

Si parla di Valentino maestro della guerra psicologica e che vince i titoli con la forza mentale e la pressione soprattutto fuori dalla pista

Gran Premio della Comunità Valenciana "l'evento degli eventi"… In questo si è trasformato l'ultimo appuntamento con la classe regina del motomondiale edizione 2015, quella che sarà ricordata come la stagione dei veleni. Valentino Rossi partirà dall'ultima casella di partenza per la penalizzazione ricevuta in quel di Sepang a seguito della battaglia al vetriolo con Marquez.  A contendergli il Titolo Jorge Lorenzo, il maiorchino compagno di team che sul filo di lana proverà a colmare i sette punti di distacco in classifica. Finale carico di adrenalina dunque, con il titolo da assegnare ancora incerto, il finale da sogno per ogni appassionato. Se non fosse che ci si arriva dopo settimane di polemiche aspre, senza esclusione di colpi e cadute di stile che mortificano i valori di questo sport che amiamo così tanto. Tutto parte dalle dichiarazioni in conferenza stampa nel pre gara di Sepang dove Rossi tra lo stupore generale attacca senza mezzi termine Marc Marquez, reo a suo dire di aver favorito Il suo avversario per il titolo Jorge Lorenzo nella gara australiana.

Ne fa un attacco alla persona, diretto, feroce, intimidatorio. Eppure Marquez in quella circostanza ha vinto la gara, battendo proprio Lorenzo e togliendo a quest'ultimo cinque punti importantissimi in classifica. Non a caso, i media italiani sottolineano come Marquez abbia fatto un "favore a Rossi". Se mai l'onda dello "sdegno" mediatico si ritorce contro Iannone, reo lui si, di aver sopravanzato Valentino in quel di Philip Island.

Si parla allora di Valentino maestro della "guerra psicologica", il fenomeno che vince i titoli con la forza mentale e la pressione che sa mettere soprattutto fuori dalla pista, si sprecano i paragoni con i grandi di altri sport che sapevano vincere in quel modo: Cassius Clay su tutti. Si arriva così alla gara di Sepang: pronti via, la battaglia si accende tra lo steso Rossi e Marquez. Fino al settimo giro dove Valentino, per sua stessa ammissione, aspetta lo spagnolo, allarga la traiettoria e lo manda fuori pista. In condizioni normali scatterebbero le sanzioni direttamente in gara. Bandiera nera o ride through ma qui stiamo parlando di Rossi e Marquez e la Direzione Gara aspetta la fine del Gran Premio per decidere. E decide comminando a Rossi tre punti sulla "licenza" che sommato a quello che aveva ricevuto a Misano per aver rallentato Lorenzo in qualifica, fanno scattare la partenza nella gara successiva dall'ultimo posto si, ma lasciandogli comunque i sedici punti del terzo posto.

Si accende a quel punto una vera bagarre mediatica combattuta con ogni mezzo. Scendono in campo perfino Renzi che non perde occasione di manifestare la sua "solidarietà" al Dottore ed il presidente del Coni Malagò che parla di "campionato falsato"… Tutto viene manipolato e cavalcato per elemosinare compiacenze facili facili. Si insinua al "complotto spagnolo" per far perdere Valentino, che ricorre all'arbitrato di Losanna, al TAS appunto, che non solo non accetta il ricorso ma lo mette sub iudice, lasciando di fatto aperta la porta alla possibilità che comunque quello di domenica in pista potrebbe non essere l'ultimo atto di questa stagione. Nel frattempo il clima avvelenato di questo giorni rischia di diventare un boomerang tra sponsor che lasciano e quelli che minacciano di farlo. E per Carmelo Ezpeleta CEO della Dorna ( la società che detiene il motomondiale) non deve essere facile gestire questa situazione di imbarazzo, creata dagli atteggiamento di Rossi, per lui che ha sempre dichiarato la Motogp essere un " business che finisce prima della gara e ricomincia subito dopo".

Tornando alla corsa di domenica, il risultato è tutto tranne che scontato. È vero che Valentino partirà ultimo, ma è pur vero che in griglia tre quarti dello schieramento non è competitivo e non sarebbe per nulla sorprendente se in pochi giri fosse già con i primi. Di moto realmente performanti per la vittoria ce ne sono quattro e una la guida lui. E dopo le polemiche di questi giorni nessuno si sognerebbe a questo punto di costringerlo a sorpassi impegnativi. Così come per nulla é scontato che possa vincere la gara Lorenzo. Non esiste ne può esistere nessun "patto tra spagnoli" dove la vittoria di uno diventa la sconfitta dell'altro.

Insomma, sarebbe stata la vigilia di una gara entusiasmante se non fosse per tutto quello che l'ha preceduta. Peccato.

 

*Foto di Claudio Pasquazi

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