Multe dei ristoranti ai clienti: “La prenotazione è una specie di contratto”
Il parere di tre illustri esponenti, Giraudo: “Confido nell’onestà”; Vissani: “Dobbiamo tutelarci”; Riccioli “Colpa di clienti stupidi”
Tempi duri per coloro che prenotano un ristorante e poi invece non si recano nel locale. Magari senza nemmeno avvisare del cambio di programma.
Una cattiva e spiacevole abitudine che succede sempre più spesso in tutta Italia. A Roma però si è trovato uno stratagemma per arginare questo fenomeno. Infatti alcuni gestori, al fine di tutelarsi da questa pratica assai consueta quanto non appropriata, stanno chiedendo, al momento della prenotazione di un tavolo una caparra.
Uno strumento particolare con il quale, attraverso una confirmatoria o una carta di credito a garanzia, chef e imprenditori della ristorazione si assicurano di sottrarre 20 euro a persona per ciascun cliente prenotato e poi non pervenuto. Così, nel primo caso i soldi vengono detratti dal conto finale o, in caso di assenza, rimangono al locale. Nel secondo, invece, qualora l’ospite non si presentasse, si procede con la cifra prelevata dal conto. La cancellazione è prevista e consentita fino alle 12 ore precedenti della prenotazione.
Un provvedimento troppo severo? Sta di fatto che è l’iniziativa nasce anche in virtù dei rincari, energetici e non solo, ai quali sono sottoposti diversi imprenditori che, se da un lato non prevedono modifiche alle tariffe del menù, dall’altro cercano di tutelarsi rispetto a costi di apertura o di non accettazione di ulteriori clienti.
“Richiedere la carta di credito è un modo per ricordare al cliente che sta facendo una prenotazione seria” – ci dice Umberto Giraudo che è stato manager de «La Pergola» del Rome Cavalieri Waldorf Astoria e premiato anche come miglior Maitre del Mondo – “Deve in qualche modo onorarla e rispettarla. Diventa necessaria quando le prenotazioni sono costituite da un maggior numero di persone. E’ una specie di contratto. Per prenotazioni più esigue sarei più flessibile. Perché a volte la motivazione che porta il cliente a non presentarsi è reale. Confido nell’onestà. Anche perché ci sono clienti che più volte prenotano e poi invece disdicono. In quel caso, diamo noi meno importanza alla prenotazione. Ricordiamoci che andare al ristorante è sempre un piacere“.
“O fai così o sei sempre vuoto” – ci dice Gianfranco Vissani – “A Milano, Roma o Firenze è più facile rimpiazzare, ma pensiamo alle località più piccole. Molti clienti impazziscono quando chiedi loro la carta di credito, ma dobbiamo tutelarci. Così facendo, la gente si comporterà meglio“.
“Per colpa di qualche stupido, pagano anche gli altri” – ci dice Massimo Riccioli patronne de La Rosetta -“Molti clienti scherzano e ci prendono in giro fingendo di aver dimenticato di aver effettuato la prenotazione. A questo punto io non chiamo. E’ giusto che i ristoranti inizino a darsi un tono. Soprattutto è il momento, in questo periodo difficile con i rincari, che gli addetti ai lavori si uniscano e cooperino per il bene collettivo”.