Municipio II, Parco Nemorense. Contestato il sindaco Marino
In occasione dell’inaugurazione dell’altalena per disabili, alcuni circoli territoriali hanno incontrato il sindaco
Mattinata intensa per il sindaco Marino ed il presidente del II Municipio Gerace al Parco Nemorense.
L’occasione scaturisce dall’iniziativa “Dillo al Sindaco” – e pare che qualcuno oggi gliel’abbia chiaramente detto – il cui camper, nuovo di zecca, parcheggia alle dieci di mattina in piazza Crati. Ma ad attendere il sindaco, oltre al presidente del II Municipio ed alcuni cittadini, c’erano anche i rappresentanti di due circoli territoriali del quartiere pronti a contestare l’operato di questi mesi.
Il Circolo Territoriale di via Balzani sfoggia uno striscione davanti le bancarelle del mercato: “Marino e Gerace sull’abusivismo tutto tace”. Mentre i due rappresentanti istituzionali si avvicinano incalza il Consigliere eletto Andrea Liburdi: "Cosa ci dice riguardo l’abusivismo commerciale? Lo sa che c’è una grande carenza di personale nei corpi della Polizia Locale?". Pronta la risposta: "Dell’abusivismo commerciale in questo momento se ne stanno occupando. Nella Polizia di Stato, nei Carabinieri mancano unità, lo sa quanti uomini mancano nei Carabinieri a Roma? A Roma abbiamo solo 2.600 uomini nei Carabinieri e abbiamo bisogno di più forze. Quindi aiutateci anche voi". Dalla controparte in minoranza si alza allora il coro di chi vuole un imminente voto a Roma e la passeggiata continua.
Sia arriva così all’ingresso del parco dove un altro striscione, ora del Circolo Tony Augello, recita: “Degrado, insicurezza e monnezza. Marino e Gerace ‘sta Roma non ce piace”.
Mentre Marino e Gerace proseguono lungo il sentiero che li porterà alla seconda tappa, l’ex Consigliere Hollywer Paolo protesta al megafono unendosi a Liburdi che si chiede se il percorso che stanno intraprendendo sia adeguato a un ipotetico disabile. Sì perché ci stiamo dirigendo ad inaugurare un’altalena per i bambini con disabilità motorie – da un finanziamento privato – e la strada che vi porta è fatta di ghiaia e intervallata da buche. La festa prosegue senza alcuna opinione in merito da chi di dovere.
Lo spettacolo, però, non è ancora gioioso. Quella che ci si presenta di fronte, più che un’altalena, pare una gabbietta per animali e si stringe il cuore a pensare ad un bambino – dai 3 ai 12 anni recita la targhetta – chiuso dentro mentre gli altri fanciulli, gioiosi, si dondolano affianco. Polemica sterile, per alcuni, ma non per la Consigliera Improta, madre di un ragazzo disabile: "Un’altalena per persone in sedia a rotelle in un luogo per il resto del tutto inaccessibile alle persone con gravi disabilità, ma soprattutto un gioco per pochi, in mezzo a giochi per molti. Una opportunità che ottiene, tragicomicamente, l’effetto opposto a quello ricercato: la ghettizzazione di chi avrà un’occasione in più per sentirsi diverso tra i 'normali'. Eppure, per rispettare l’art. 23 della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia, che parla anche di disabilità (“diritto ad una vita piena, in condizioni che favoriscano un’attiva presenza nella comunità”), le soluzioni ci sono. Esistono parchi-giochi semplicemente accessibile a tutti. Esistono. Si possono progettare. Si possono realizzare. Perché , allora mi chiedo, questa iniziativa spot che non fa sentire le persone diversamente abili parte integrante di una comunità, neanche nel tempo libero?".
In effetti, la domanda sorge spontanea: perché non si è optato per giochi meno ghettizzanti, già in uso in altre regioni italiane come il Veneto – in fotogallery un esempio di altalena -, in modo da non costringere gli infanti ipodotati a sentirsi diversi? Non sembra una questione di retorica spicciola: quando l’Improta fa vedere la modalità con cui un genitore dovrebbe far salire la carrozzina e dondolare, la sensibilità è toccata.
Così, le conclusioni del Consigliere Liburdi: "Visto che nessuno ha bisogno di insulsi spot propagandistici, né del chirurgo genovese né del presidente Gerace, con i cittadini e i giovani del Circolo Territoriale Italia abbiamo deciso di fare sentire la voce di un territorio abbandonato a se stesso dalla sinistra nell’inefficienza, nel degrado e nell’insicurezza. Innanzitutto abbiamo posizionato una serie di bancarelle di cartone – regolarmente abusive – sulla piazza, per dare l’idea al sindaco di cosa voglia dire convivere con l’abusivismo commerciale e cosa comporti questa presenza agli stessi operatori regolari. Comunque non può fare il sindaco a Roma un Signore che sostiene che il Corpo Locale della Polizia di Roma Capitale non è addetto al controllo della lotta all’abusivismo commerciale, aggiungendo, inoltre, che non ho ben studiato educazione civica a scuola.
In ogni caso, poi, abbiamo seguito il sindaco e il presidente presso il Parco Nemorense, dove hanno inaugurato una altalena per disabili. Una iniziativa propagandistica bella e buona visto che l’altalena non è inclusiva, rischia di creare disparità sociali, ed è peraltro difficilmente raggiungibile considerato che nessuno dei percorsi che portano fino all’altalena è attrezzato per il passaggio di persone disabili. Soprattutto, con quale coraggio Marino viene a fare propaganda su un simile tema quando nel bilancio devastante che vorrebbe fare approvare sarebbero stati tagliati 3.7 milioni di euro dalle politiche sulla disabilità e spostati alla voce manutenzione campi nomadi? È una vergogna vera e propria. Se Marino e Gerace pensano di incantare qualcuno con passerelle di cui nessuno sente il bisogno si sbagliano di grosso".
Infine, mentre ce ne andiamo, sei o sette bambini prendono d’assalto l’altalena metallica e iniziano a dondolarsi in gruppo. Ci chiediamo come guarderanno quel bambino che dovrà andarci da solo con tutta la carrozzina e attraversando una stradina scoscesa.