Municipio III, Open Source nei pubblici uffici
Da agosto a marzo: una battaglia lunga 5 mesi, vinta dal MoVimento 5 Stelle
"In informatica, Open Source (termine inglese che significa sorgente aperta) indica un software rilasciato con un certo tipo di licenza per la quale il codice sorgente è lasciato alla disponibilità di eventuali sviluppatori" – così Wikipedia definisce il sistema dell'Open Source, per il quale il MoVimento 5 Stelle, nel Municipio III di Roma Capitale, si è sempre battuto.
Ma procediamo con ordine. E' agosto 2013, e in Senato viene approvato un emendamento a firma del 5S che preve l'uso dell'Open Source nelle pubbliche amministrazioni. L'emendamento – il 13 bis.2, a modifica dell'articolo 13 bis del ddl S. 974 – recita così: "Al comma 2, aggiungere, infine, il seguente periodo: Qualora vi siano prodotti open source che non comportino oneri di spesa, il ricorso ai medesimi prodotti deve essere ritenuto prioritario".
Nel gennaio 2014, l'Open Source viene portato anche a Roma, nel III Municipio, "per abbattere i costi delle licenze Microsoft", dichiara il M5S dello stesso territorio municipale. Tuttavia, la mozione viene bocciata.
"La maggioranza del III Municipio, astenendosi, praticamente boccia la mozione del M5S sull'Open Source" – scrive il consigliere Simone Proietti sul blog. "Quando c'è scarsa conoscenza delle moderne tecnologie – si legge ancora – non sorprende che un atto, che è un'indicazione politica e non un libretto delle istruzioni, venga bocciato con superficialità proprio da una maggioranza che fa della cultura la sua bandiera. La mozione a 5 Stelle presentata dai consiglieri Massimo Moretti e Simone Proietti proponeva la migrazione per i supporti tecnologici dell'amministrazione municipale ad un software libero. I vantaggi? Abbattimento dei costi: non ci sono licenze da pagare, per esempio si possono fare aggiornamenti a costo zero; maggior sicurezza: un sistema operativo Linux non è attaccabile dai classici e più diffusi virus informatici che a ondate successive funestano le reti pubbliche, con notevoli danni materiali ed economici; PC più veloci: eliminando il problema dei virus, non si "impalleranno" più computer, facilitando il lavoro di chi lo usa".
La battaglia, allora, dal III Municipio è approdata al Comune. "Abbiamo sollecitato i nostri portavoce comunali – scrive ancora Proietti – a presentarla (la mozione, ndr) anche in Comune, ottenendo la soddisfazione del voto positivo dell'Assemblea Capitolina. "Oggi (24/02/2014, ndr) abbiamo depositato una mozione che impegna la Giunta ed il sindaco ad adottare il software open source nei sistemi informativi dell'amministrazione capitolina. Come già accaduto in molte altre grandi città europee (ad es. Monaco di Baviera, in Germania) questa operazione consentirebbe risparmi di diversi milioni di euro ed un maggiore efficientamento del sistema, argomento quanto mai vitale visto l'enorme debito di Roma Capitale e le difficoltà finanziarie attraversate in questo periodo" – aveva dichiarato il gruppo capitolino del Movimento 5 Stelle.
La vittoria in Campidoglio ha rappresentato per i consiglieri del Municipio III un successo. "Forti della vittoria in Campidoglio – scrive ancora Proietti – non ci siamo dati per vinti ed abbiamo effettuato un accesso agli atti per conoscere quanto si spende per questi prodotti, poi siamo ripartiti all'attacco con una nuova mozione e la maggioranza si è dovuta arrendere all'evidenza che risparmiare si può e si deve, per rispetto ai cittadini".
Da agosto a marzo: dopo una battaglia di 7 mesi, l'Open Source è ora una realtà anche nel Municipio III di Roma.