Roma Municipio X, tra emergenza rifiuti e degrado
Una situazione insostenibile da Giardino di Roma ad Acilia. Ma è solo colpa del disservizio AMA?
Continua l’emergenza rifiuti a Roma. Una settimana fa eravamo in Municipio VIII; oggi, siamo in Municipio X: da Giardino di Roma a Malafede fino ad Acilia, a farla da padrone sono i cassonetti stracolmi, con i rifiuti che giacciono indisturbati a terra, invadendo le strade. Tra un mal conferimento dei rifiuti da parte degli stessi residenti (accanto ai cassonetti si trovano infatti anche rifiuti ingombranti, per cui AMA mette in campo sia un servizio gratuito a parte sia l’iniziativa ‘Il tuo quartiere non è una discarica’, di cui evidentemente non si usufruisce a pieno), tra un servizio irregolare della raccolta rifiuti e l’insufficienza dei cassonetti, si finisce per essere vittime di una situazione di degrado.
Sul gruppo Facebook ‘Quelli del quartiere Giardino di Roma’ sono molte le foto postate dagli utenti nei giorni scorsi: alcune sono state scattate tra via di Malafede e via Gelli, altre in via Landi ad Acilia, altre ancora in via Nino Taranto proprio nel quartiere Giardino di Roma. Il coro è unanime: “Il quartiere sembra una discarica”. Gli stessi cittadini residenti, apprendiamo ancora dal gruppo Facebook, hanno anche provveduto a fare diverse segnalazioni all’AMA.
La colpa di questa grave situazione, come abbiamo detto, è imputabile tanto a un disservizio AMA, quanto all’inciviltà di quei cittadini che credono che un cassonetto in strada sia il luogo deputato a raccogliere materassi, sedie e addirittura divani. Spesso l’inefficienza degli organi preposti diventa un alibi per i cittadini che fanno fatica a coltivare il loro senso civico, e a rimetterci sono i virtuosi, che hanno rispetto dell’ambiente e, soprattutto, del proprio vicino di casa. E i nostri amministratori fingono di non vedere e si limitano a recitare spot elettorali. Di questo passo, non sarà difficile per Roma ottenere il riconoscimento di capitale dei rifiuti. Altro che capitale della sostenibilità, altro che città all’insegna del green. La domanda è: raggiungeremo mai quel livello che ci consentirà davvero di essere una città al pari delle altre capitali europee?