Roma Municipio XV, ancora disordini in aula
Dopo il blitz, disordini in aula. Della Giovampaola: “Solidarietà a Fratelli d’Italia”
Saltato il voto sulla mozione di sfiducia a Michela Ottavi, in Municipio XV.
Ecco lo svolgimento dei fatti: poco dopo il blitz di Fratelli d’Italia, anche Luca della Giovampaola, esponente romano NCD, era accorso presso la sede del Consiglio. Una volta giunto qui, era stato identificato anche lui, insieme a Giorgio Mori, portavoce della Costituente di Fratelli d’Italia del XV.
La sua presenza era stata resa necessaria, per prestare solidarietà ai militanti di Fratelli d’Italia. “Lo striscione esposto non era offensivo – ha dichiarato Della Giovampaola – Gli amministratori non si rendono conto dei livelli di tensione e drammaticità raggiunti dai residenti in questi giorni, l’esasperazione avrebbe potuto portare a reazioni ben più importanti, invece si è scelto di protestare con un semplice striscione“.
Già nei giorni scorsi, infatti, gli esponenti municipali del partito di Giorgia Meloni avevano sollevato il problema: “Fratelli d’Italia aveva manifestato per domandare che le famiglie alluvionate – accomodate in parrocchia o altre strutture di fortuna – fossero sistemate al Flaminius, in quel momento destinato ai rom. Anche durante quell’azione i militanti sono stati identificati”. Proprio come è avvenuto questa mattina. Con un particolare in più: in quell’occasione, a procedere alle identificazioni, fu uno dei consiglieri di maggioranza del XV, Pica (Sel), che presta servizio di Polizia a Fiumicino.
Della Giovampaola, inoltre, aveva sostenuto l’istanza di Calendino, dichiarando che fosse necessario procedere alla discussione della mozione. Solo poche ore prima, subito dopo l’esibizione dello striscione, la maggioranza aveva chiesto che la mozione fosse ritirata perché non inerente alla discussione messa in calendario, quella sul maltempo.
Tuttavia, alla fine, la discussione sulla mozione era stata accordata. Fratelli d’Italia allora, appellandosi al regolamento, aveva chiesto che fosse votata a scrutinio segreto. Proposta, questa, non accolta con favore dalla maggioranza che, a detta di Giorgio Mori, temeva il voto dei c.d. franchi tiratori.
Con il voto segreto, infatti, la scelta sarebbe stata libera e non condizionata dall’orientamento del proprio gruppo politico.
Dopo alcuni minuti di discussione, si era comunque deciso di votare la mozione secondo le regole comuni. E proprio mentre si stava per procedere alla votazione, Fratelli d’Italia ha messo in scena un nuovo blitz: ha ritirato la presentazione della mozione di sfiducia a Michela Ottavi.
Immediate le reazioni dei presenti: caos, disordini e urla hanno invaso l’Aula consiliare.
“Nella serata di oggi – ha dichiarato Giuseppe Calendino, consigliere di Fratelli d’Italia e promotore della mozione – si è consumata la vicenda finale della squallida storia che ha visto la sinistra consentire l’alloggio di famiglie di nomadi, vicine politicamente a SEL, nelle strutture alberghiere adiacenti alle case degli alluvionati di Prima Porta in XV Municipio. Fratelli d’Italia aveva legittimamente deciso di protocollare una mozione di sfiducia verso l’assessore alle Politiche Sociali, proprio di SEL, Michela Ottavi, in quanto da noi ritenuta responsabile per i fatti avvenuti”.
“Dopo i tentativi di evitare in ogni modo la discussione della mozione perché non sarebbe stata attinente al Consiglio straordinario, il VicePresidente Vicario del Consiglio del Municipio XV, Riccardo Ruggeri (PD), in assenza del Presidente Luigina Chirizzi (PD), ha deciso di respingere la richiesta di voto segreto sulla mozione, evidenziando tutti i timori che il suo gruppo aveva in relazione all’esito finale della votazione del documento e che avrebbero potuto facilmente concretizzarsi in presenza di prevedibili “franchi tiratori” che non avevano gradito questa brutta storia. Tale ipotesi è confermata dalla rabbiosa reazione dell’Assessore Ottavi e del suo compagno nonché Capogruppo di SEL, Alessandro Pica, nel momento in cui hanno avuto contezza che la mozione veniva ritirata dalla discussione da parte del proponente, il capogruppo di FDI, Guseppe Calendino, avventandosi duramente in modo verbale contro di lui”.
Il test della mozione tuttavia, non conteneva riferimenti personali – specifica Calendino.