Muore bimba di 5 anni, confessa la madre
Confessa la madre di Elena Del Pozzo scomparsa già lunedì 13 giugno. L’ha uccisa con un coltello
Tragedia nel catanese. Martina Patti, madre 23enne, ha confessato di aver ucciso la figlia di 5 anni, già scomparsa lunedì 13 giugno a Tremestieri Etneo, in provincia di Catania.
Confessa la madre della bimba uccisa a 5 anni
Dopo lunghe ore di interrogatorio ha ceduto Martina Patti, madre di Elena Del Pozzo. Inizialmente la donna aveva depistato le indagini raccontando agli inquirenti che la bambina era stata rapita da tre persone armate. Ma dopo le continue pressioni durante l’interrogatorio, hanno portato la verità alla luce.
“L’ho uccisa io“, ha dichiarato la donna. Secondo la confessione la madre avrebbe colpito al collo e poi alla schiena la figlia a morte con un coltello da cucina.
Nella confessione la donna ha dichiarato che la bambina era appena tornata dall’asilo, poi ad un tratto mi “agito come se qualcuno si fosse impadronito di me“. Parole che l’hanno fatta apparire “tutt’altro che fredda e calcolatrice“, ha spiegato il suo avvocato Gabriele Celesti. “E’ stato un interrogatorio drammatico di una donna distrutta e molto provata che ha fatto qualcosa che neppure lei pensava di poter fare“. Per questo motivo, è stato riesca una visita psichiatrica. Sarà importante verificare le condizioni della donna prima di decidere la perizia.
Inoltre, secondo quanto raccontato dalla donna una volta uccisa la figlia avrebbe “portato a termine l’orrendo crimine in maniera solitaria”. Infatti, dopo il delitto Patti ha messo il corpo in un sacco per poi portarlo nelle campagne limitrofi e seppellirlo.
Da una prima analisi emerge che il movente potrebbe essere la gelosia. Infatti, secondo la procura la donna non tollerava che “la figlia si affezionasse all’attuale compagna dell’ex convivente“. Tuttavia su questo Patti non si è espressa, ma anzi è rimasta vaga su i motivi che l’hanno spinta a fare quel gesto.
Adesso la madre si trova in stato di fermo per l’accusa di omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere. Oltretutto, i carabinieri hanno contestato alla donna anche il reato di falsa testimonianza, dato che nella prima parte dell’interrogatorio aveva diffuso false informazioni difronte a un pubblico ufficiale.
Giacché la donna non è riuscita a fornire i dettagli della dinamica completa del delitto, sarà posta prima a una visita psichiatrica per capire le sue condizioni e poi gli inquirenti cercheranno di far luce sui fatti non ancora chiari.