Muore suicida Keith Emerson, il più grande tastierista del mondo
Keith aveva compiuto 71 anni il 2 novembre e le sue mani, che correvano velocissime sulle tastiere, da un po’ di anni gli davano problemi
Keith aveva compiuto 71 anni il 2 novembre e le sue mani, che correvano velocissime sulle tastiere, da un po' di anni gli davano problemi, le articolazioni non erano più così fluide, le dita gli si inceppavano ogni tanto mentre suonava, facendogli mancare qualche nota di quel flusso costante e musicalmente magniloquente che riusciva a generare con la sua teoria di keyboards della quale si circondava ai concerti.
Non era più come quando, da ragazzo dello Yorkshire, ascoltando i grandi pianisti jazz e studiando la classica, iniziava a creare un genere che, fondendo virtuosismo tecnico e repertorio classico, jazz e rock, prese il nome di “progressive music” un'invenzione giornalistica che cercava in qualche modo di significare quella valanga di note che fluivano potenti dalle dita di questo biondo ragazzino inglese.
Ed ecco l'esigenza di formare una band che potesse in qualche modo condividere e portare in giro per il mondo questa meravigliosa mistura di generi musicali che Keith aveva così abilmente messo insieme. Nascono i Nice, basso batteria e tastiere e che tastiere! Keith si avvale dei primi sintetizzatori, il famoso Moog, difficile da accordare perchè si stonava continuamente. Il successo dei Nice arriva folgorante a cavallo dei '70 con gli album Ars Longa, Vita Brevis ed Elegy , ma l'ingresso nella Storia per Keith avverrà tre anni più tardi, quando fondò, con il bassista e cantante dei King Crimson Greg Lake e il batterista degli Atomic Rooster Carl Palmer, il supergruppo che adottò semplicemente i cognomi dei tre ed un acronimo poi divenuto storico, gli E.L.P.
I tre divennero i numeri uno del rock degli anni '70 con l'album omonimo che già faceva già intravedere la magia della loro musica, ma è con il secondo Lp, Tarkus, che i suoni diventano stellari ed assistiamo all'apparizione del Moog, che Keith si fece costruire dall' ingegnere elettronico americano Robert Moog, una vera epifania sonora che avrebbe condizionato tutta la musica a venire.
Emerson Lake and Palmer furono innovatori sia musicalmente che scenicamente, e noi di quell'epoca non avevamo mai ascoltato né suonare così, né mai visto tante tastiere attorno ad un uomo, tanti pezzi di batteria circondarne un altro, coltellate all'organo Hammond che Keith vibrava per scena, e un mostro di cartapesta che arrivava sul palco tra fuochi, fumi e e sonorità pazzesche. Un delirio musicale dove però la musica era la regina indiscussa della qualità.
I tre registrano otto album uno più bello dell'altro, dove dentro c'è anche Modest Mussorgsky con i suoi Quadri ad un'esposizione, a significare come generi musicali diversi potessero interagire tra loro semplicemente e trovare nuova linfa, ma questo solo grazie al genio alchimista di Keith Emerson.
Le cose belle però finiscono, per far posto, in questo caso, ad altre cose belle che però non gli faranno più bissare il grande successo degli E.L.P. Il gruppo si scioglie dopo otto dischi e Keith inizia una sua carriera solista. Nel 1980 firma la bellissima colonna sonora di Inferno di Dario Argernto e poi quel fantastico brano di Mead Lux “Honky Tonky Train Blues" che diventa, sotto le magiche dita di Keith, la sigla di una vecchia e bella trasmissione televisiva di Brando Giordani, Odeon, e consacra la fama del tastierista al grande pubblico televisivo italiano.
Nulla tornò più come ai tempi di Emerson, Lake & Palmer, ma il pianista di Tomorden continuò la sua carriera con la consapevolezza di una qualità che tutto il mondo gli ha sempre riconosciuto, quella di essere stato il musicista che più ha reso popolari le tastiere, e colui che ha contribuito con più forza alla nascita del rock progressivo, genere musicale amatissimo anche dalle nuove generazioni.
Viveva a Santa Monica, in California e stava partendo per un nuovo tour in Giappone, quando è stato ritrovato cadavere dalla sua compagna. Le le agenzie parlano di suicidio e sinceramente non immaginiamo i motivi di questo gesto, se non pensare che le sue dita, straordinario medium per suonare la sua straordinaria musica, non funzionavano più bene, e questo “il più grande tastierista del mondo” forse non lo ha potuto accettare.