Enel entra nella Fondazione, primo privato a divenirne socio fondatore, con un contributo di un milione e 800 mila euro
Il Museo Nazionale delle Arti del XXI sec., il Maxxi, ideato dall' architetto Zaha Hadid, costato 150 milioni di euro, è uno dei musei di arte contemporanea più grandi al mondo, il primo museo italiano dedicato al contemporaneo. Un edificio organizzato a più livelli, dove le esposizioni sono realizzate con grande libertà. Nelle intenzioni della Fondazione Maxxi, il nascente museo non doveva essere un museo come gli altri, né un luogo dove esporre le opere d'arte, ma un laboratorio di ricerca per il confronto tra diversi linguaggi contemporanei: design, moda, cinema, pubblicità dialogheranno con l'arte e l'architettura. Ieri, la Presidente della Fondazione, Giovanna Melandri, insieme con la Presidente dell'Enel, Patrizia Grieco hanno annunciato una importante novità: l'entrata dell'azienda Enel nella Fondazione del museo, primo privato a divenirne socio fondatore, con un contributo diretto di un milione e 800 mila euro in tre anni.
Enel, inoltre sosterrà la Fondazione Maxxi riducendone i costi del 40% grazie all'installazione di sorgenti luminose Led. La Presidente della Fondazione Giovanna Melandri ha espresso soddisfazione: " Da sempre, ha dichiarato, credo nell'importanza della collaborazione tra pubblico e privato nel sostegno alla cultura. Per me è una tappa fondamentale dell'avventura intrapresa con la guida del Maxxi". L'importante passo compiuto con questa intesa tra Enel e Maxxi, è stato salutato con favore anche dal Ministro dei Beni e delle attività culturali, Franceschini, il quale ha biasimato i ritardi ideologici che hanno diviso pubblico e privato, penalizzando gli investimenti nell'arte contemporanea. Ma Umberto Croppi è stato l'antesignano dell'ingresso del privato a favore della cultura nella Fondazione Maxxi, formula inventata con il suo contributo quando era assessore dei Beni e delle Attività culturali nel Comune di Roma dal 2008 al 2011, e che serve proprio a far entrare privati che aiutino a mettere in campo nuove forme di finanziamento.
Croppi aveva ben chiare le idee su come gestire e far funzionare i musei civici di Roma e la Fondazione Maxxi, ma quando lo Stato italiano destina al suo più importante museo d'arte contemporanea 7 milioni nel 2010, 4 nel 2011, e 2 nel 2012, la strada è tutta in salita; per comprendere, allo Stato spagnolo il Reina Sofia di Madrid costa 42 milioni, il Prado 25; lo Stato inglese investe nella Tate (dopo i tagli) 55 milioni di sterline, mentre la Francia impegna nel Louvre tra i 100 e i 110 milioni l'anno. Ma non esiste al mondo un solo museo che si regge sulle proprie economie. La questione è che i musei non sono imprese ma servizi pubblici, fatti per essere visitati, non per produrre soldi ( come la scuola è fatta per insegnare e gli ospedali per curare, i giardini per passeggiare, le strade per essere percorse). in più, però, i musei producono effetti economici misurabili e misurati sull'economia generale. Eppure lo Stato italiano investe in cultura meno della metà della media degli altri Paesi europei e i Comuni meno di un terzo.
Per quanto riguarda i privati, questi possono contribuire, non certo sostituirsi. Quando la Francia decise di incrementare l'intervento dei privati nel Louvre, portò il contributo dello Stato dai 110 milioni dell'anno precedente a 140. Per avere più soldi privati bisogna investire più soldi pubblici, non il contrario. Tornando al Maxxi, nonostante le difficoltà, il management incaricato di avviare l'attività del Maxxi, è riuscito a garantirgli lo standard richiesto a una istituzione di quel livello, pur disponendo di risorse ridicole; è stato capace di reperire risorse private pari a metà del bilancio. Da sabato 10 ottobre, anche grazie al contributo Enel, il Maxxi offrirà l'ingresso libero per tutti, dal martedì al venerdì, alla Collezione permanente.