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Musk attacks, i giudici italiani si fanno riconoscere pure negli Usa

Il vero problema non è l’opinione (legittima) di Mr. Tesla, ma il nervo scoperto che ha toccato: una magistratura che dovrebbe solo applicare le leggi, e invece fa strame della separazione dei poteri

Elon Musk

Elon Musk (© Trevor Cokley - U.S. Air Force / Wikimedia Commons)

Un protagonista d’eccezione quale Elon Musk si è inserito nella polemica tutta nostrana tra il Governo del Premier Giorgia Meloni e la magistratura. Che ormai, quindi, si fa riconoscere perfino Oltreoceano per la pretesa di assurgere a contropotere e il disprezzo della normale dialettica democratica. Con tanto di truppe cammellate che però non appaiono meno brancaleonesche di quelle “Kamalate”.

Elon Musk
Elon Musk (© Trevor Cokley – U.S. Air Force / Wikimedia Commons)

Musk attacks

«These judges need to go», questi giudici se ne devono andare. È questo, come riporta il Corsera, il (primo) tweet della discordia dell’uomo più ricco del mondo, che alludeva al Tribunale di Roma. E segnatamente, aggiunge l’ANSA, al provvedimento (l’ennesimo) che sospendeva il trattenimento di alcuni migranti in Albania e, per estensione, l’intero Protocollo d’intesa con Tirana.

Il pronunciamento seguiva dappresso il ridicolo processo Open Arms, che vede imputato l’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini per le scelte in materia di immigrazione. Tema che comunque è solo un pretesto perché, come abbiamo spiegato, l’obiettivo reale dei magistrati è poter sentenziare sull’azione chigiana, soprattutto se ritenuta «pericolosa» come l’attuale. E pazienza se sarebbero deputati unicamente ad applicare le norme, non certo a correggerle – né tantomeno a sovvertire il voto popolare.

Matteo Salvini e la nave Open Arms
Matteo Salvini e la nave Open Arms (collage da immagini dalle pagine Facebook di Matteo Salvini e Open Arms Italia)

Si capisce, dunque, perché il capogruppo azzurro in Senato Maurizio Gasparri, scrive l’Adnkronos, abbia parlato esplicitamente di «fatti eversivi». E non a caso il neo-designato capo del Dipartimento per l’Efficienza governativa nell’amministrazione americana di Donald Trump, come nota TGCom24, ha rincarato la dose. Chiedendosi, sempre a mezzo social, se «il popolo italiano vive in una democrazia o è un’autocrazia non eletta a prendere le decisioni».

Le reazioni dell’opposizione (giudiziaria e politica)

Musk attacks, dunque, facendo un parallelismo con un noto film sul “Pianeta rosso”, in perfetta armocromia coi marziani che pure, stavolta, sono decisamente tra noi. Cominciando dall’ANM che, per bocca del numero uno Giuseppe Santalucia, ha pavlovianamente accusato il miliardario sudafricano di essersi «preso gioco della sovranità dello Stato». Che invece lorsignori in toga ritengono evidentemente di difendere affermando il primato della legge comunitaria su quella nazionale.

Giuseppe Santalucia, giustizia
Giuseppe Santalucia (immagine dal profilo Facebook dell’Associazione Nazionale Magistrati)

Tutte le recenti deliberazioni anti-chigiane, infatti, richiamano un’ormai arcinota sentenza della Corte di Giustizia Ue. Tuttavia, «mi sembra che in Italia non l’abbia capita proprio nessuno» ha scritto a Il Giornale Lucia Serena Rossi, membro uscente dello stesso foro lussemburghese. Essa, infatti, «si limita a ribadire che è competenza degli Stati fissare la lista dei Paesi sicuri» per i rimpatri, e non dell’Europa.

Lucia Serena Rossi
Lucia Serena Rossi (immagine dalla pagina Facebook del Dipartimento di Giurisprudenza UNIPA)

Peggio dell’opposizione giudiziaria, comunque, c’è solo quella politica. Soprattutto dalle parti del Pd, che ha variamente (stra)parlato di “ingerenza” del Ceo di X (l’ex Twitter). E che col segretario Elly Schlein, come riferisce La Repubblica, ha sollecitato il leader di FdI «a difendere la sovranità nazionale».

Elly Schlein
Elly Schlein (immagine dalla sua pagina Facebook)

Curioso, perché è lo stesso partito che puntò l’indice contro la Corte Suprema Usa dopo l’annullamento del verdetto che legalizzava l’aborto. Mentre non risultano analoghe critiche ai finanziamenti dell’altro miliardario George Soros a +Europa (e non solo), o all’endorsement del Presidente statunitense Barack Obama al referendum costituzionale renziano. Né si ricordano levate di scudi dem quando Richard Gere tuonava contro il Capitano, o quando l’allora Primo Ministro francese Élisabeth Borne pretendeva di vigilare sul Belpaese.

George Soros, Elon Musk
George Soros (immagine dalla pagina Facebook di NEWSMAX)

Musk ha toccato un nervo scoperto

Un capitolo a parte lo merita Sergio Mattarella che, come rileva l’AGI, ha assicurato che l’Italia «sa badare a se stessa», esortando Musk a «rispettarne la sovranità». Benissimo, ma forse allora era un suo omonimo il Sergio Mattarella che nel 2015, come ricorda Il Sole 24 Ore, raccomandava di cedere sovranità a Bruxelles. O quello che ora, da Presidente del CSM, tace davanti a un Sistema (copyright Luca Palamara) che fa strame della montesquieuiana separazione dei poteri.

Sergio Mattarella
Sergio Mattarella (© Quirinale.it)

A ogni modo, il fondatore di SpaceX ha avuto gioco facile nel rammentargli che «la libertà di espressione è protetta» dalla Costituzione tricolore. A conferma che il vero problema non è certo l’opinione che Mr. Tesla ha espresso (avendone tutto il diritto), bensì il nervo scoperto che ha toccato. Parafrasando Caterina Caselli, “la verità vi fa male, lo so”.