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Napoli senza voce

Dall’annuncio di Eros Ramazzotti alla proclamazione del lutto cittadino a Napoli: tutti piangono Pino Daniele

Dopo Mango, stroncato da un infarto mentre si esibiva lo scorso 8 dicembre, è un altro big del cantautorato italiano a lasciarci. Il musicista napoletano Giuseppe Daniele, in arte Pino, è morto ieri a Roma colpito, anche lui, da un infarto. “E’ un momento terribile”, ha dichiarato Ferdinando Salzano, manager di Daniele.

Pino, conosciuto come ‘la voce di Napoli’, sarebbe diventato un ragioniere se la passione per la musica non avesse preso rapidamente il sopravvento. Così, già dagli anni Settanta, il giovane si cimenta nei primi tentativi musicali. La classica band da teen-ager, Batracomiomachia è quella con cui inizia, via via acquista vigore, evolvendo in un progetto artistico destinato a durare: dischi, successi, fans, premi, collaborazioni artistiche sono il condimento di tanta musica apprezzata nel mondo. Terra mia è l’album d’esordio che arriva nel 1977, un omaggio alle origini mediterranee e alla cultura popolare di Napoli. Un background, quello partenopeo, che sarà il carattere distintivo della sua arte che, con il brano Napule è, diventa manifesto di un’intera città in Italia, così come nel mondo.

Pino Daniele (1979), Nero a metà (1980), Vai mò (1981) sono i lavori che Pino, a tamburo battente, sforna nel giro di pochi anni e rallenterà con l’inizio, negli anni Novanta, dei problemi al cuore. Lo ‘sprint’ di Pino è incredibile per chi non conosce di cosa rende capaci il Neapolitan Power, ovvero il ‘potere napoletano’ che scaturisce dalla sperimentazione artistica mista al recupero delle tradizioni locali e al folklore. Sperimentazioni di livello: dal rock di Presley al jazz di Armstrong, esaltate dalle collaborazioni, moltissime, che l’artista realizza nella sua lunga carriera. Mannoia, Ligabue, Loredana Bertè, Colaiuta, Zucchero, i percussionisti Nanà Vasconcelos e Karl Potter, De Gregori, Ron, Salif Keïta, Faudel e Omar Farouk: sono solo alcune tra le centinaia di sintonie artistiche collaudate da Pino. Tra queste anche quella con Ramazzotti.

Per primo, proprio Eros, tramite i social, aveva dato il triste annuncio. “Anche Pino ci ha lasciato. Grande amico mio, ti voglio ricordare con il sorriso mentre io, scrivendo, sto piangendo. Ti vorrò sempre bene perchè eri un puro ed una persona vera oltre che un grandissimo artista. Grazie per tutto quello che mi hai dato fratellone, sarai sempre accanto al mio cuore. Ciao Pinuzzo…”, ha scritto ieri notte Ramazzotti su Instagram. Da lì inizia una girandola di incredulità e richieste di conferme che si ferma solo dopo l’annuncio ufficiale di Salzano. Pino è morto.

Circa la dinamica della morte, Carlo Saitto, direttore generale Asl Roma C Sant’Eugenio, dove il cantante è giunto in condizioni gravissime, ha dichiarato a RaiNews: “La cosa è stata veramente molto rapida – ha aggiunto – e quando è arrivato la situazione era già molto grave e non c’era nulla che si potesse fare, purtroppo. Non posso nemmeno dire quale sia stata la ragione di questa situazione critica. Sulle condizioni precedenti anche quando le avessi non sono informazioni che posso dare”. Saitto ha precisato che il decesso “si è verificato alle 22.45”.

Lo ricordano i big della canzone, così come i fans. Lo ricorda la politica. Insomma Daniele è riuscito a parlare davvero a tutti. Per questo il sindaco De Magistris, a Napoli, ha proclamato il lutto cittadino anche se “la sua musica resta eterna”. Anche il premier Matteo Renzi ha espresso dispiacere per l’accaduto, “ho ancora nelle orecchie la sua musica”, ha dichiarato Renzi.

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