Natale, la Venuta di Gesù nelle profezie dell’Antico Testamento
La Natività e le sue circostanze vennero preconizzate secoli prima che gli eventi si verificassero: e in modo così accurato da lasciare semplicemente a bocca aperta
Anche se quest’Occidente sempre più secolarizzato finge di dimenticarsene, il Santo Natale è la celebrazione della nascita terrena di Nostro Signore Gesù Cristo. Il Dio che si è fatto Uomo nel grembo verginale di Maria Santissima, scegliendo di nascere nell’indigenza in una mangiatoia di Betlemme. Eventi occorsi oltre due millenni or sono: ma che erano già stati mirabilmente preconizzati in vari libri dell’Antico Testamento.
Un’accuratezza straordinaria
Nel saggio “Indagine su Gesù”, il giornalista Antonio Socci ha raccolto tutte le profezie messianiche enunciate nel corso dei secoli dai diversi autori biblici. Ne ha individuate circa 300, molte delle quali si riferiscono alla prima Venuta di Cristo tradizionalmente fissata al 25 dicembre di 2022 anni fa.
L’aspetto più straordinario, però, non riguarda la quantità, bensì la qualità. Perché il Natale e le circostanze in cui si verificò sono stati descritti in modo così accurato da lasciare semplicemente a bocca aperta.
Le profezie sul Natale nell’Antico Testamento
I profeti Isaia e Geremia, per esempio, anticiparono la discendenza del Messia dal Re Davide, rispettivamente, di sette e sei secoli. «Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse [il padre di David, N.d.R.], un virgulto germoglierà dalle sue radici» scrisse il primo dei “Profeti maggiori” (Is 11, 1). «Ecco, verranno giorni – dice il Signore – nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra. Nei suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele starà sicuro nella sua dimora» avrebbe quindi aggiunto l’autore delle Lamentazioni (Ger 23, 5-6).
Lo stesso Isaia previde la natura miracolosa della Natività di Gesù per opera dello Spirito Santo. «Il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele» (Is 7, 14).
Perfino i dettagli geografici del primo Natale vennero preannunciati – da Michea, uno dei “Profeti minori”, coevo di Isaia. «E tu, Betlemme di Efrata, così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti» (Mi 5, 1).
Il Natale è la “rivoluzione dell’amore”
Un altro dei “Profeti minori”, Malachia, vaticinò invece (nel V secolo a.C.) che il cammino del Salvatore sarebbe stato aperto da un Precursore, Giovanni Battista. «Ecco, io mando il mio messaggero a preparare la via davanti a me» (Ml 3, 1).
Altri presagi avrebbero riguardato aspetti “comportamentali” come l’uso delle parabole (cfr. Sal 78, 2). E pure la portata ecumenica della missione redentrice del Cristo: «io ti renderò luce delle nazioni perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra» (Is 49, 6).
È ciò che Papa Benedetto XVI ebbe a definire, con un’espressione di eccezionale efficacia poetica, «rivoluzione dell’amore». Quell’amore che è l’essenza stessa della festività del Natale. Auguri di cuore a tutti i nostri lettori!