Negazionismo? Generazioni future ne spazzeranno via ogni residuo
A Roma Tre ci pensa Direzione Futuro a ricordare i martiri delle Foibe. Parla il responsabile Manuel Sangnotti
Il negazionismo? “Saranno le nuove generazione a spazzare via ogni suo residuo”. Non ha dubbi Manuel Sagnotti, venticinquenne, studente di Scienze Politiche all’Università di Roma Tre e coordinatore del movimento universitario “Direzione Futuro”.
“Dieffe” come la chiamano scherzosamente i suoi militanti, da più di cinque anni “oltre a svolgere funzioni di semplice sindacato universitario, promuove un modello alternativo di università”, spiega Sagnotti. “Non più una fabbrica di laureati senz’anima ma un luogo dove, oltre ad acquisire nozioni tecniche, diventare uomini e donne consapevoli”. Il progetto è ambizioso. “Per realizzare il nostro ideale occorre abbattere quei pregiudizi secolari – racconta Manuel – che coi loro reticolati intrappolano e limitano la libertà di espressione e la possibilità di sviluppare spirito critico e senso civico”.
Il riconoscimento legislativo del “Giorno del Ricordo”, forse, è la testimonianza di come quei reticolati, col tempo, sono destinati a crollare uno ad uno. “L’istituzione normativa di questa giornata solenne è stato un’importante apripista per chi come noi intende stimolare un confronto a trecentosessantagradi, anche su questioni e argomenti che, più comodamente, vengono etichettati come tabù, oppure, crudelmente negati”, spiega Sagnotti. Perché la “palestra di pensiero” a cui allude Direzione Futuro funzioni, occorre attrezzarla di tutti gli strumenti con cui allenare il ragionamento.
La sola legge, che non può bastare a pareggiare i conti con oltre mezzo secolo di verità negate, è un importante punto di partenza. “Al dettato normativo bisogna dare un senso, altrimenti sarebbe un incomprensibile codice alfabetico”, osserva Sagnotti. “Il senso che la nostra politica esprime è quello delle azioni”. Oggi, che tutta l’Italia si ferma – o perlomeno dovrebbe farlo – a pensare di migliaia di connazionali infoibati prima da Tito e poi dalla storiografia ufficiale, un nuovo capitolo di quest’ultima viene riscritto anche da ragazzi come quelli di Direzione Futuro. E inizia con un “punto e a capo”.
“Oggi abbiamo affisso manifesti e distribuito volantini in molte delle facoltà dell’Ateneo, questo è il nostro modo di riscrivere la storia, partendo con il mettere la parola fine a uno dei capitoli più ingloriosi che questa abbia mai conosciuto: l’aver negato per oltre cinquant’anni le foibe e l’esodo dei cittadini italiano da Istria, Fiume e Dalmazia”. Sagnotti mostra il materiale che ha diffuso nelle facoltà con orgoglio. “Non già le foibe, il terrore, l’esodo ma il colpevole silenzio che brucia più e ancora… Noi non dimentichiamo, noi non lo abbiamo mai fatto”, si legge su uno dei manifesti.
Eppure restano sacche di resistenza. Ogni anno la cronaca locale e nazionale, in concomitanza con questa giornata, racconta di episodi vandalici, boicottaggi e polemiche. Come quella del consigliere Dem, Onorio Rosati, che ha fatto sapere che non avrebbe partecipato alla odierna commemorazione in programma al Consiglio regionale lombardo. “Le tante vittime innocenti di quei terribili fatti hanno diritto ad essere ricordate e alla umana pietà – rende noto Rosati – Ma non posso dimenticare che la triste e crudele vicenda delle foibe in Istria e Dalmazia sia stata e continui ad essere strumentalizzata. Io a questa operazione non mi presto”. “A queste cariatidi – risponde Sagnotti – dimostreremo tutta la maturità e la determinazione di cui noi giovani siamo capaci”.
“Noi studenti abbiamo mostrato molta più maturità di certi governanti, a dimostrazione che l’età anagrafica non sempre è espressione di valore. E’anacronistico che, ancora oggi, rappresentanti delle istituzioni come il consigliere della Regione Lombardia vogliano mantenere in piedi quel sistema di censura stalinista che, per troppo, tempo si è vissuto anche in Italia disertando il minuto di silenzio indetto nell’Aula consiliare”.
“Nei momenti felici la gioventù di una grande nazione prende gli esempi, nei momenti difficili li dà”, conclude Sagnotti.