Prima pagina » Cultura » Nei grandi Fori di Roma, Olitorio e Boario, i mercati erano specializzati

Nei grandi Fori di Roma, Olitorio e Boario, i mercati erano specializzati

Vicino al foro Boario esisteva un altro foro, conosciuto con il nome di Olitorio, all’interno del quale, a differenza del primo, vi si commerciavano unicamente le verdure

Foro Boario

Foro Boario

Rimanendo nei dintorni del Circo Massimo, spostandosi leggermente verso la riva sinistra del Tevere, tra il colle Aventino e quello del Campidoglio, sorgeva una palude. Quella zona fu bonificata al tempo dei primi re di Roma grazie alla creazione dell’area della Cloaca Massima.

I Fori di Roma: da area sacra ad area commerciale

In quest’area si decise di costruirvi un’immensa area sacra conosciuta con il nome di Foro Boario, successivamente una parte dell’immenso Foro fu riservato al mercato del bestiame, dal momento che era situata nel centro del crocevia dei percorsi che univano l’Etruria e la Campania.

E’ interessante immaginarsi che inizialmente l’area doveva essere adibita unicamente alla religione, mentre successivamente, capito l’importanza dello scambio e dei mercati, divenne zona di scambi commerciali.

Vicino al foro Boario esisteva un altro foro, conosciuto con il nome di Olitorio, all’interno del quale, a differenza del primo, vi si commerciavano unicamente le verdure.

E’ importante sapere che ogni mercato di Roma aveva la propria “specializzazione”, non era possibile infatti trovare nel foro Olitorio altro alimento se non le verdure. Questa severa differenziazione fa comprendere come il sistema del commercio dell’antica Roma fosse perfettamente diviso e coerente.

Il foro Olitorio è più spostato verso il Campidoglio

Nel foro Boario erano inoltre depositate grandi quantità di sale, e da esso, nella zona dell’attuale San Giorgio al Velabro, confinante, partiva una strada che verrà poi chiamata la strada del sale, cioè la Salaria.

Proprio in riva al fiume era costruito il Portus Tiberinus adatto all’attracco di navi di medio tonnellaggio.

Qualche tempo dopo, il guado fu sostituito da un ponte vero e proprio, ponte Sublicio, costruito da Anco Marzio. L’opera era in legno e permetteva, togliendo alcune assi una difesa migliore dagli attacchi ad opera degli etruschi.

Nella zona sacra, nel corso dei secoli vennero edificati molti templi dedicati agli dei: primo fra tutti l’ara massima di Ercole, un tempio dedicato alla Dea Fortuna e alla Mater Matuta, una sorta di Genitrice di tutte le cose, i cui resti si trovano nella parte verso il Campidoglio, nell’area sacra di Sant’Omobono.

È attualmente ancora visibile il tempio di Ponturno, di forma parallelepipeda, e un tempio di forma cilindrica, per anni erroneamente chiamato tempio di Vesta. In realtà questo tempio è dedicato ad Ercole Vincitore.

I templi trasformati in Chiese

I due templi in epoca tardo medievale vennero trasformate in chiese: il primo nel IX con il nome di Santa Maria in Secundicerio e il secondo nel XVII prese il nome di Santa Maria del Sole. In entrambi gli edifici nel 1900 si decise di ripristinare la vecchia facies romana imperiale.

La zona del Foro Boario, a causa della moltitudine di persone che la frequentavano era oggetto di incendi e al tempo stesso, data la vicinanza del Tevere, in epoca romana sprovvisto di margini lo rendeva incline alle alluvioni. Purtroppo di queste enormi zone rimangono pochi ruderi, sui quali gli studiosi non sono concordi a definirli pertinenti del primo momento di costruzione.

Per quanto sappiamo da fonti scritte, anche nel medioevo queste zone venivano ancora utilizzate per il commercio. Con la riscoperta delle opere antiche romane nelle zone limitrofe, nel Rinascimento furono abbattute le costruzioni romane e le ricostruzioni medievali.